05 Gennaio 2019, 15:34
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PALERMO – Il gelo avvolge la Sicilia, e a Palermo lo si combatte con la solidarietà. Così si potrebbe riassumere l’iniziativa nata, quasi dal nulla, dall’unione di alcuni cittadini con il desiderio di alleviare le sofferenze di chi vive all’addiaccio. E, perché no, riempiendogli anche la pancia. Gli effetti del freddo sulla popolazione dell’Isola sono già monitorati da istituzioni, associazioni di volontariato e forze dell’ordine, che hanno avviato una serie di misure di contrasto, soprattutto rivolte alla salvaguardia di chi non ha una casa. Ma la generosità prende vita anche al di fuori delle grandi organizzazioni, e talvolta basta una “scintilla”.
In questo caso, la scintilla è scattata “in cucina”. Guido Pagano, titolare di un’attività di ristorazione nei pressi di via Notarbartolo, ha deciso, di propria iniziativa e senza preavviso, di lanciarsi nella preparazione di pasti caldi per i bisognosi. Ha iniziato con un post su Facebook, annunciando ad amici e conoscenti che avrebbe iniziato a cucinare, e chiedendo loro se conoscessero un modo per farli avere a qualsiasi tipo di volontario. “Tutto mi è venuto in mente proprio nelle due sere scorse – racconta – quando tornando a casa dal lavoro ho visto due scene terribili in due occasioni diverse: prima un ragazzo che avrà avuto al massimo 30 anni che tremava avvolto nelle coperte alla stazione Notarbartolo, e poi due anziani con tanti cartoni addosso che cercavano di resistere al freddo seduti e con le gambe raccolte, nemmeno distesi”.
Le risposte positive non si sono fatte attendere e in breve tempo in tanti hanno risposto “presente”. Tra bar, panifici, alimentari, fioristi, botteghe di artigianato e negozi di abbigliamento, i commercianti della zona hanno voluto partecipare a una colletta improvvisata, senza contributi esagerati o cifre minime da raggiungere; poi Marzia Lattuca, altra titolare di un’attività della zona, si è fatta avanti nel migliore dei modi: proponendosi non come tramite, ma come volontaria stessa. “Non è in nessun modo una fonte di guadagno o pubblicità – sottolinea – e non lo è mai stato in tutti questi anni di attività. Quando ero più piccola lavoravo in un bar vicino alla Missione di Speranza e Carità di Biagio Conte, e in chiusura portavo là il cibo invenduto. La mia assistenza ai senzatetto è autonoma, senza vincoli e affiliazioni ad associazioni precise”.
Grazie a questa collaborazione imprevista, l’obiettivo è stato presto raggiunto: 77 pietanze calde da offrire a chi sta affrontando senza difese il gelo palermitano. “Nemmeno a farlo apposta – dice Lattuca – ho trovato un avviso che dice che la chiesa di San Giuseppe Cafasso, in via dei Benedettini, apre le sue porte per dare riparo a chi ne ha bisogno. I pasti sono destinati a queste persone, e anche a quelle che in questi anni ho conosciuto in strada, che ormai sono mie amiche”. “Oggi siamo riusciti a fare questo – osserva Pagano – ma magari sarò in grado di preparare altre cose, anche di più, e farle avere a nuove associazioni e nuove persone. Se non lo facciamo noi che possiamo…”.
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05 Gennaio 2019, 15:34