I rifiuti, le discariche, i privati | Pioggia di critiche sul governo

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03 Gennaio 2018, 19:00

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PALERMO – Discariche al collasso, discussioni eterne sui termovalorizzatori e sugli inceneritori, raccolta differenziata che non decolla. La situazione dei rifiuti in Sicilia è sempre in stato di emergenza; “gravissima”, l’ha definita oggi in conferenza stampa a Palazzo d’Orleans il presidente della Regione Nello Musumeci. Un problema “che mi distoglie da tanti altri temi”, ammette il governatore.

Ma dalle opposizioni il coro è unanime: Musumeci non ha un piano per affrontare l’emergenza. “Solito déjà vu, sembrava parlasse Crocetta. Se non fosse che non si somigliano per niente, sembrerebbe di vedere la stessa persona della scorsa legislatura al Governo delle Regione”, fa notare il deputato regionale Giampiero Trizzino del Movimento 5 stelle, che nella scorsa legislatura è stato a lungo presidente della Commissione Ambiente dell’Ars.

La proposta del nuovo governo regionale, almeno nell’immediato, è il trasporto dei rifiuti “nella civilissima Germania e nella civilissima Francia”, una soluzione per cui, con la collaborazione del nuovo dirigente del Dipartimento dei Rifiuti, Salvo Cocina, si stanno già preparando i bandi per il trasporto via mare.

“La strada per la risoluzione del problema dei rifiuti – prosegue il deputato cinquestelle – è tracciata: aprire gli impianti di compostaggio, molti dei quali pronti ad essere messi in esercizio, e attuare una politica di incentivi per chi investe nelle piattaforme di recupero. Le discariche devono diventare un ricordo”. Ogni giorno nelle discariche siciliane arrivano cinquemila tonnellate di rifiuti, mentre lo spazio ancora disponibile è di circa due milioni di metri cubi.

“Entro settembre non sapremo più dove metterli, i rifiuti”, spiega Musumeci, che ha ventilato anche la possibilità di affidare alle Province, già nel caos per via della riforma mancata, la gestione del settore: “Basta con 33 enti che mangiano denaro pubblico e non producono risultato. La competenza dei rifiuti deve andare alle Province. Devono esserci nove riferimenti e, quindi, anche dei responsabili”. Ma per il parlamentare regionale eletto con la lista I Cento Passi, Claudio Fava, questo non basta. “Tra le molte lamentazioni rivolte al passato dal presidente Musumeci – scrive in una nota Fava – non leggo una sola parola di verità sui privati che hanno monopolizzato e gestito per interposte persone (Crocetta più Lumia) il business milionario dello smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Non leggo una sola parola sulle centinaia di stazioni appaltanti nei comuni siciliani che hanno concesso, senza gara, l’appalto sulla raccolta dei rifiuti a imprese di prestanome legati alla mafia”. “Se si pensa di risolvere tutto con i termovalorizzatori – conclude – senza la forza di recidere i legami d’affare con la criminalità organizzata, siamo sempre all’anno zero”.

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Contesta i piani del governatore, che ha annunciato chiederà lo stato d’emergenza al governo di Roma, anche il Partito democratico. “Musumeci – dice Giuseppe Lupo, presidente del gruppo Pd all’Ars – fotografa l’emergenza che è sotto gli occhi di tutti, ma non fa proposte convincenti e credibili: critica la gestione emergenziale del settore dei rifiuti in Sicilia e la richiesta di poteri speciali dei presidenti della Regione degli ultimi vent’anni ma, contraddicendosi, come soluzione indica proprio lo stato di emergenza. E oltretutto non avanza una soluzione programmatica in grado di dare stabilità e certezze al sistema”. “Trovo oltretutto ingiusto – aggiunge Lupo – che in questa fase si addossino responsabilità ai comuni, invece di sostenerli. Chiediamo al presidente della Regione di riferire in Aula sul programma che intende attuare per la gestione dell’assessorato all’Energia”.

Assessorato che a pochi giorni dall’insediamento della nuova giunta ha già perso il suo assessore, Vincenzo Figuccia. Che oggi però interviene anche lui sul tema rifiuti. “Non è con le analisi e il porre l’accento sulle responsabilità del passato che si risolvono i problemi – scrive l’ex assessore in una nota. Bene l’elaborazione di un Piano per portare i rifiuti all’estero, creare un sistema di premialità per chi pratica la raccolta differenziata, avviare gli impianti avvalendosi delle nuove tecnologie e far in modo di superare il sistema obsoleto e dannoso delle discariche. In ogni caso, sono soddisfatto di constatate come il presidente Musumeci sia finalmente uscito dalla logica del silenzio ispirata dalla frase ‘lavorare e tacere’. Dall’autorevole ruolo di presidente non deve sottrarsi al racconto e all’agire”.

“Quantomeno – accusa Trizzino – Crocetta era capace di tenere i suoi assessori per almeno un mese, Musumeci nemmeno questo. Il suo assessore ai rifiuti ha lasciato la poltrona dopo una sola settimana dall’insediamento dell’Assemblea. D’altronde era evidente che i rifiuti non fossero un problema del governo Musumeci, altrimenti il neo presidente avrebbe fatto scelte più sagge, ed invece, come da buona vecchia politica, la poltrona dell’assessore ai rifiuti è stata, come tutte le altre, oggetto di spartizione tra chi lo ha sostenuto in campagna elettorale”.

La nomina di un nuovo assessore, d’altronde, non sembra preoccupare il governatore: “Non c’è fretta: o con o senza assessore desidero seguire da vicino questo ramo dell’amministrazione. Ho pure chiesto una stanza in assessorato”.

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03 Gennaio 2018, 19:00

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