Cronaca

I roghi nelle campagne dell’Etna|Caputo: “Serve sforzo comune”

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28 Settembre 2020, 18:26

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CATANIA – C’è una legge che dispone come un terreno destinato a pascolo se colpito da un incendio per quindici anni non potrà cambiare la sua destinazione. Una normativa che sembrano conoscere bene alcuni ‘piromani’ (criminali) che in questi anni hanno devastato ettari di latifondi dell’Etna. Una riflessione che parte dal presidente del Parco, Carlo Caputo, a seguito della pubblicazione dell’articolo su alcuni episodi sospetti avvenuti nelle campagne di Randazzo e in particolare nei vigneti.

“Negli anni sessanta i terreni dell’Etna – spiega Caputo – vengono via via abbandonati perché le pratiche agricole e le logiche di mercato del tempo erano incompatibili con i terrazzamenti e le forti pendenze del vulcano che limitavano la produzione. Questo ha comportato che molti terreni che ospitavano vigneti sono stati abbandonati – argomenta ancora il presidente del Parco – diventando sede esclusiva di pascolo (spesso è avvenuto con veri contratti tra privati)”. 

Ma le cose nell’ultimo periodo sono cambiate. Nelle fertili campagne nere dell’Etna si producono vini eccellenti che stanno conquistando i palati più raffinati. “Da circa quindici anni la “terra” del vulcano viene riscoperta come luogo di nascita di pregevoli vini – aggiunge ancora le produzioni di nicchia trovano mercato e si ritorna a produrre nelle zone impervie dell’Etna”.

Una convivenza dunque, di pascoli e vigneti, che ha creato però anche azioni criminali inaccettabili. “Adesso viviamo – analizza Caputo – queste spinte contrapposte: da un lato nuovi imprenditori che cercano terreni da condurre a vigneto, dall’altra pastori che vogliono mantenere ed accrescere terre ad uso pascolivo. Deve essere fatto uno sforzo comune – esorta il presidente del parco – affinchè si trovino condizioni per far convivere diverse colture ed allevamenti sul vulcano”.

E chiede alle istituzioni un passo protettivo verso chi produce, investendo sul territorio e portando occupazione. “Bisogna tutelare i laboriosi produttori spesso soli contro alcuni pastori disonesti abituati a dar fuoco ai terreni per produrre nuova erba da brucare e scoraggiare l’insediamento di nuovi impianti di vigneto”.

Ed ecco che Caputo rammenta la legge che può diventare arma a favore della disonestà e illegalità. “Bisogna al tal proposito ricordare che, per legge la L. 353/2000,  un terreno destinato a pascolo percorso da fuoco non può cambiare la sua destinazione per quindici anni (cioè non potrà diventare vigneto ma rimarrà pascolo attivo malgrado il passaggio del fuoco)”.  Allora bisogna agire. E presto.

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28 Settembre 2020, 18:26

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