13 Agosto 2024, 12:18
2 min di lettura
PALERMO – La finanza ha scovato una fortuna in Brasile. A Natal avrebbe costruito un impero il capomafia di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso grazie all’aiuto dell’imprenditore Giuseppe Bruno originario di Bagheria che si è trasferito in Sud America nel 2016.
I finanzieri del Comando provinciale di Palermo e la polizia federale brasiliana hanno arrestato l’imprenditore e sequestrato disponibilità finanziarie per 50 milioni di euro. Sotto sequestro anche beni mobili e immobili riconducibili a 17 indagati e a 12 società impegnate sei settori immobiliare ed edile e della ristorazione. I sigilli sono stati apposti ad alcuni residence di lusso.
L’inchiesta è della Direzione distrettuale antimafia di Palermo guidata da Maurizio de Lucia che ha disposto ventuno perquisizioni in abitazioni, sedi societarie e studi professionali in Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto, ma anche all’estero (in Brasile e in Svizzera).
I reati ipotizzati sono concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose.
Fiumi di soldi sporchi sarebbero stati ripuliti e trasferiti all’estero dopo averli schermati servendosi di prestanome e società di comodo. Alle indagini hanno collaborato la Direzione nazionale antimafia ed Eurojust.
La mente degli intrecci finanziari sarebbe stato Calvaruso, arrestato di nuovo nel 2021. Era appena atterrato a Palermo per le vacanze di Pasqua. Rientrava proprio dal Brasile. A fornire il supporto necessario per gli affari sarebbero stati dei professionisti con ramificazioni fino ad Hong Kong e Singapore.
Tra questi, due operativi in Emilia Romagna, regione dove l’uomo d’onore, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, ha vissuto per alcuni anni dopo un precedente periodo di detenzione.
Tra gli affari più significativi, alcune operazioni nel settore della ristorazione e, soprattutto, l’avvio di un piano di lottizzazione di vastissime aree edificabili a ridosso della costa nordorientale del Brasile.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo stimano il patrimonio immobiliare di tutte le società coinvolte nell’inchiesta in oltre 500 milioni di euro.
Ecco cosa diceva Calvaruso, che dopo l’arresto del 2021 è stato condannato, sul conto di Bruno: “Quell’amico mio che ti ho presentato ieri… nel 1995-1996 gli fanno un sequestro a suo padre, settecento miliardi di lire, pensa suo padre era uno degli imprenditori più forti di tutta la Sicilia… poi gliel’hanno dissequestrato il patrimonio. Quello che hanno fatto a Riccione è impressionante”.
Una parte di quel soldi sarebbe stata investita in Brasile dove sono andati i finanzieri agli ordini del colonnello Carlo Pappalardo: “Siamo attorno al miliardo di dollari… Quello ha visto i terreni, cose… una cosa spaventosa, spaventosa”.
Pubblicato il
13 Agosto 2024, 12:18