27 Febbraio 2016, 15:37
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CATANIA – Tre nomi di spicco della cupola paternese dei Laudani restano in carcere. Il Tribunale del Riesame, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare per il reato di associazione mafiosa per Antonino Rapisarda, inteso “Nino u biondu”, Salvatore Rapisarda, inteso “Turi u porcu”, e per Claudio Daniele Magrì, inteso “Claudio a Scecca”.
I tre nomi fanno parte dei 109 destinatari dell’imponente operazioni dei carabinieri che lo scorso 10 febbraio ha scardinato l’intero organigramma della famiglia mafiosa dei Laudani a Catania e in diversi comuni dell’hinterland. In questo caso Antonino Rapisarda, Salvatore Rapisarda e Claudio Daniele Magrì – secondo le ipotesi degli inquirenti – sarebbero ai vertici del gruppo mafioso Rapisarda-Morabito, storici alleati dei Laudani a Paternò. Da Paternò inoltre – secondo le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia – sarebbe partita la gestione del traffico di droga gestito dalla famiglia mafiosa.
Le contestazioni per i giudici della Libertà partono dal 2010. I reati contestati per Antonino Rapisarda, Salvatore Rapisarda e Claudio Magrì sono stati riportati dal Tribunale del Riesame rispetto all’ordinanza del Gip Ricciardolo al periodo successivo all’inchiesta Baraonda, che nel 2010 decapitò la cellula dei Laudani all’ombra del castello normanno.
Per Claudio Daniele Magrì è stata annullata l’ordinanza relativa al reato di divulgazione di segreto d’ufficio.
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27 Febbraio 2016, 15:37