Il boss catanese dal carcere impartiva ordini al clan

Il boss catanese dal carcere impartiva ordini ai componenti del clan

Esponente di spicco della cosca Cintorino
LA STORIA
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CATANIA – Riusciva a “tenere i contatti con i componenti in libertà” della cosca. Nonostante fosse detenuto. È quanto emerge dal blitz anti-mafia condotto stamane da Guardia di Finanza e carabinieri tra le province di Catania e Messina. E che ha portato all’arresto di 39 persone.

“Protagonista” il boss Carmelo Spinella, indicato come esponente di spicco del clan Cintorino, legato alla cosca mafiosa dei Cappello di Catania.

Lo avrebbe fatto “utilizzando indebitamente, all’interno della casa di reclusione di Parma, dove era detenuto. Utilizzando indebitamente cellulari e sim “che erano stati consegnati da una familiare e da altri soggetti allo stato ignoti”.

È quanto emerge dal reato contestato a Carmelo Spinella e alla familiare nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania, Simona Ragazzi su richiesta del procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dei sostituti Assunta Musella e Alessandro Sorrentino, che ha portato all’arresto di 14 persone nell’ambito dell’operazione antimafia contro la cosca “Cappello-Cintorino”.

Il blitz ha visto in campo le due Procure di Catania e Messina. Secondo le ipotesi dei magistrati, gli indagati si sarebbero “adoperati per il mantenimento in vita e il rafforzamento del sodalizio mafioso, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere una serie indeterminata di “reati fine”, tra cui, in particolare, quelli legati ad attività estorsive ed al traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti”.


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