12 Luglio 2023, 11:36
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PALERMO – Con il pizzo si fanno pochi soldi, meglio i traffici di droga. Michele Micalizzi, anziano boss di Tommaso Natale, aveva in mente altri affari. Stava progettando una truffa all’Unione europea il mafioso coinvolto nell’inchiesta dei carabinieri che oggi ha portato a 11 arresti.
Emerge dalle intercettazioni delle conversazioni tra il capomafia e un altro uomo d’onore storico, Tommaso Inzerillo. Due perdenti nella guerra di mafia rientrati da anni in Sicilia e finiti di nuovo in carcere. “Io conosco una persona a posto – diceva Micalizzi – ed è buona, e ha buone possibilità, diciamo a livello Europeo, per potere approfittare di questi finanziamenti pure per una quota consistente a fondo perduto, però per quanto riguarda, al momento ci sono i bandi e si dovrebbe presentare entro dicembre al massimo nei primi di gennaio, per quanto riguarda l’agricoltura”.
Dalla conversazione viene fuori che Micalizzi si appoggiava a un professionista che gli dava consigli sui bandi europei. “Nel Meridione e in particolar modo la Sicilia arriviamo all’ottanta, – spiegava – certe volte al novanta per cento, quindi se facciamo una pratica da dieci milioni, otto nove milioni sono a fondo perduto, dice: e poi te li rendiconto io, questo ha l’ufficio a Bruxelles, a Malta”.
“Comunque è una persona che è una miniera, sotto certi aspetti, ha grosse possibilità alla banca…”, continuava. E Inzerillo conveniva: “Esatto”. Dopo il blitz dei giorni scorsi che ha fatto emergere il ruolo di alcuni professionisti e imprenditori, spunta dunque un altro colletto bianco su cui ora si concentrano le indagini della Direzione distrettuale antimafia.
E poi parlava spesso con Mario Mancuso, un tempo patron di Brioscià, una delle più note gelaterie di Palermo gestite dalla Magi srl. All’improvviso la società è fallita nonostante i locali fossero sempre pieni di clienti.
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12 Luglio 2023, 11:36