Palermo, 11 arresti: la mafia impone il pesce nei ristoranti

Palermo, 11 arresti: il boss e il pesce imposto nei ristoranti

A Tommaso Natale comanda l'anziano Micalizzi. Forniture e vigilanza a Sferracavallo e Mondello

PALERMO – L’anziano boss era uscito dal carcere con un solo obiettivo: dettare legge a Tommaso Natale. Michele Micalizzi, 73 anni, saldato un conto con la giustizia lungo un quarto di secolo, si era rimesso all’opera. Alcuni mesi fa era stato arrestato per droga, ora la Direzione distrettuale antimafia di Palermo e i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale tracciano il suo attuale ruolo in Cosa Nostra.

Gli è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare. Non è il solo. Gli arrestati sono in tutto 11, di cui otto in carcere e tre agli arresti domiciliari. Le ipotesi di reato contestate nell’ordinanza del giudice per le indagini Fabio Pilato sono associazione mafiosa, estorsione e tentato omicidio aggravato. L’indagine è coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dagli aggiunti Marzia Sabella e Paolo Guido, e dai sostituti Giovanni Antoci e Felice De Benedittis.

I carabinieri hanno ricostruito l’organigramma del mandamento di Tommaso Natale, che include le famiglie di Partanna Mondello, Tommaso Natale e Zen-Pallavicino. Il bastone del comando era in mano a Micalizzi, genero di Saro Riccobono, fra i primi padrini a morire nella guerra di mafia degli anni Ottanta scatenata dai corleonesi di Totò Riina per conquistare Palermo. Il pizzo viene imposto a tappeto, specie alle attività commerciali di Sferracavallo e Mondello. La pressione mafiosa viene esercitata attraverso l’imposizione dei servizi di vigilanza e delle forniture di pesce e frutti di mare a molti ristoratori.

I boss si attivano quando sorgono contrasti fra privati cittadini e discussioni fra i commercianti che pagano la protezione del clan. Le indagini hanno anche svelato il retroscena di un tentato omicidio allo Zen. Uno degli arrestati, Carmelo Cusimano, avrebbe accoltellato il fratello Anello. Un nuovo colpo dunque alla mafia, stavolta tocca al mandamento di Tommaso Natale contiguo a quello di Resuttana azzerato pochi giorni fa.


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