Il Defr 2020-2022 sotto esame |”Mancano gli elementi sostanziali”

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18 Febbraio 2020, 12:07

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PALERMO – “Il Defr 2020-2022 risulta ben lontano dal modello tracciato dal legislatore mancando anche quest’anno di elementi sostanziali per poter espletare pienamente le proprie funzioni nel processo di programmazione di bilancio”. E’ quanto si legge nella relazione che la sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti ha approvato ieri e che i magistrati contabili stanno esponendo in commissione Bilancio all’Ars nel corso di una audizione. Per la Corte “permane la difficoltà di raccordare gli obiettivi di politica economica definiti quantitativamente in termini di Pil programmatico alle politiche di governo regionale”. Inoltre, “non appare adeguatamente sviluppata la sezione dedicata all’analisi della situazione finanziaria della Regione, che manca di quattro elementi essenziali prescritti dai principi contabili”. In particolare, per i giudici, manca la costruzione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli enti regionali sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente; manca la manovra correttiva; manca l’indicazione dell’articolazione della manovra necessaria per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica accompagnata anche da una indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi e mancano gli obiettivi programmatici pluriennali di riduzione del debito e del rientro dell’eventuale disavanzo. Infine, si legge nella relazione della Corte, “il paragrafo dedicato alla copertura del disavanzo risulta comprensibilmente datato rispetto ai recenti sviluppi conseguenti alla parifica del rendiconto 2018”.

Per la sezione di controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana il quadro macroeconomico della Sicilia tracciato dal governo Musumeci nella nota di aggiornamento del Defr non appare “realistico” almeno per il biennio 2020-2021 alla luce “delle recenti stime della Commissione europea sulle previsioni di crescita dell’economia italiana e delle perturbazioni allo scenario globale legato all’andamento dell’economia cinese”. Nella nota di aggiornamento il governo stima una crescita del Pil regionale programmatico in +0,6% per il 2020, +0,8% per il 2021 e +0,9% per il 2022. “Si tratta di stime – si legge nella relazione dei giudici contabili – che la Sezione reputa ottimistiche alla luce delle serie storiche disponibili, delle più recenti previsioni sull’economia italiana, delle politiche pubbliche prospettate e dello scenario internazionale”. I giudici segnalano che nel Defr è evidenziato “efficacemente” come “l’economia siciliana abbia sofferto di più durante il lungo periodo di recessione cominciato nel 2008 e abbia recuperato meno rispetto al resto del Paese nella breve fase di inversione del ciclo economico a partire dal 2015”. Inoltre, “la variazione cumulata reale del Pil Sicilia tra il 2008 e il 2014 è stimata pari a -15,4% contro un dato meridionale del -13,5% e un dato nazionale del -8,7%; di contro nel periodo 2015-2019 le stime più recenti indicano una variazione cumulata per la Sicilia dello +0,9%, per il Mezzogiorno del +2,5% e per l’Italia del 4,7% con dati particolarmente preoccupanti per l’economia regionale per il 2018 (-0,3%) e il 2019 (-0,3%) che appaiono segno di una nuova fase recessiva”. E ancora: la Corte segnala che “nel quinquennio 2014-2018 il divario tra Pil realizzato e Pil programmato si attesta a -6,7%”. “Gli unici elementi positivi a livello regionale registrati nel 2019 – si legge nella relazione – risultano la sostanziale stabilità dell’occupazione e del numero di imprese attive”.

Nonostante sia venuto meno il blocco delle assunzioni con la legge regionale 14 del 2019, per la Corte dei conti “l’avvio di un ricambio generazionale” del personale della Regione “anche per le figure dirigenziali non può prescindere da una compiuta riforma della dirigenza regionale, mai realizzata e non più procrastinabile”. I giudici ritengono “critica” la previsione normativa rivolta al reclutamento di nuove figure dirigenziali, “seppur con percentuali di spesa inferiori rispetto a quella derivante dai risparmi delle retribuzioni del personale collocato in quiescenza comparata con quella programmata per il reclutamento di figure non dirigenziali e non soltanto per il numero considerevole di unità dirigenziali operanti in seno all’amministrazione regionale”. “Appare infatti assai problematico – scrivono i giudici nella relazione al Defr – avviare assunzioni di nuovo personale dirigenziale senza aver prima proceduto al superamento della terza fascia dirigenziale”. Per i giudici “in assenza di un adeguamento dell’ordinamento della dirigenza a quella statale, tale condizioni metterebbe in luce tutte le sue storture in caso di immissione in servizio di figure dirigenziali a tempo indeterminato, con il paradosso di unità dirigenziali neo assunte, inquadrate direttamente in seconda fascia, in posizione teoricamente prioritaria nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali nei confronti della totalità dei dirigenti in servizio, collocati in terza fascia, molti dei quali titolari da anni di incarichi dirigenziali generali o di strutture dirigenziali intermedie”.

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La nota di aggiornamento del Defr approvata a fine ottobre dell’anno scorso dal governo Musumeci non può ovviamente tenere conto dell’impatto globale che avrà il ‘coronavirus’ e delle stime al ribasso dell’economia italiana formulate dalla Commissione europea appena una settimana fa. A sottolinearlo, secondo quanto si apprende, è stato l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio all’Ars dei giudici della sezione di controllo della Corte dei conti che hanno ritenuto non “realistico” il quadro macroeconomico definito nella nota di aggiornamento del Defr proprio alla luce delle conseguenze del virus influenzale sull’economia globale e delle stime Ue. Il Defr, inoltre, non poteva tenere conto neppure della parifica del rendiconto 2018 avvenuta a dicembre, due mesi dopo l’approvazione della nota di aggiornamento. (ANSA).

“Il confronto con i magistrati contabili è stato positivo e utile, perché ci consentirà di fare chiarezza su alcuni aspetti del Bilancio regionale che Governo e Parlamento possono ancora perfezionare”. Così il presidente della commissione Bilancio dell’Ars, Riccardo Savona, al termine dell’audizione del presidente delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana, Luciana Savagnone, in merito alle previsioni del “Documento di economia e finanza regionale (Defr) per gli anni 2020-2022 e della relativa nota di aggiornamento”. I lavori sono stati introdotti dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che ha sottolineato “l’importanza del dialogo costante tra la Corte dei conti e l’Assemblea regionale siciliana, per provare a mettere in equilibrio il bilancio della Regione”. Il presidente Savona ha spiegato che “per la commissione Bilancio, considerate le nuove regole di armonizzazione dei sistemi contabili, l’esame del Defr ha un ruolo centrale per la definizione delle politiche pubbliche, da effettuarsi insieme con il governo nella prossima manovra finanziaria. Per questo, riteniamo fondamentale il contributo della Corte dei Conti e ringrazio il presidente Luciana Savagnone e tutti i relatori per essere venuti qui”. “Sono tre gli aspetti di rilievo del Defr su cui è necessario sviluppare un confronto tra Parlamento e Governo: l’aggiornamento del quadro tendenziale della finanza pubblica con particolare riferimento all’andamento delle entrate tributarie e di quelle in conto capitale; le linee di indirizzo in settori chiave della finanza regionale, quali partecipazioni e finanza locale; e infine, la rinegoziazione degli accordi con lo Stato”, ha detto il presidente, aprendo i lavori della commissione. “In questa prospettiva – ha aggiunto – dobbiamo definire una nuova e condivisa politica delle entrate che assicuri, con il contributo del governo, del parlamento ma anche del governo nazionale, un quadro stabile per il funzionamento della macchina regionale”, ha concluso il presidente della commissione Bilancio.

*Aggiornamento 19/2/2020
Sulla base delle previsioni contenute nella nota di aggiornamento del Def dello Stato che risale allo scorso settembre e quindi al netto delle stime economiche della Commissione europea (febbraio 2020) e dell’impatto globale del corona virus (gennaio), il valore tendenziale di crescita del Pil 2020 in Sicilia pari a 0,1% (previsto dal Def regionale approvato a ottobre 2019) “risulta quindi assolutamente realistico”. E’ quanto precisa l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, dopo l’audizione di ieri in commissione Bilancio all’Ars della presidente della sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti. “Altrettanto plausibile è una previsione di crescita programmata che trasforma quel dato (0,1%) in 0,6%, viste le risorse mobilitate”, aggiunge Armao. L’assessore spiega che “fra i due valori, in particolare, agiscono gli effetti del profilo atteso della spesa dei fondi strutturali, dell’erogazione del reddito di cittadinanza come previsto a regime nell’anno 2020, dell’avvio degli insediamenti produttivi nelle zone economiche speciali, del ‘fondo Sicilia’ (Irfis) destinato in parte al finanziamento di investimenti da parte delle imprese, del ‘fondo centrale di garanzia’ (PO FESR Sicilia 2014/2020 – O.T. 03 Azione 3.6.1 -) che fornisce garanzie alle banche che concedono prestiti alle imprese”. (ANSA).

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18 Febbraio 2020, 12:07

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