Cronaca

Il delitto nella duna e il pentimento del boss dopo la condanna

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19 Ottobre 2024, 05:01

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CATANIA – Uno dei principali imputati – Sam Privitera, ex capo del clan dei Nizza a Librino – nel frattempo ha saltato il fosso, diventando un collaboratore di giustizia. Ma nel frattempo è già iniziato il conto alla rovescia per l’appello del processo sul delitto di Vincenzo Timonieri: il cosiddetto l’omicidio nella duna.

Timonieri fu ucciso da due killer di mafia – già rei confessi e pentiti, i fratelli Michael e Ninni Sanfilippo – e il corpo seppellito in una duna di Vaccarizzo. La Corte d’assise di Catania ha depositato le motivazioni delle condanne all’ergastolo di Privitera e di Natale Nizza, un atto di 54 pagine.

L’attesa per le nuove rivelazioni

E cosa dirà Privitera, oggi che è stato inserito in un programma di protezione per i collaboratori di giustizia, lo si comprenderà solo dall’appello della sua difesa. Lui, sino all’ergastolo, si era professato innocente. Cosa dirà è un particolare per cui vi è attesa.

Le notizie in tal senso ancora sono riservate. Si sa che mesi fa in un’udienza preliminare è stato presentato in questa veste, tanto da essere collegato da un sito riservato. Adesso è noto anche che ha cambiato difensori. E si andrà in appello. Un grado di giudizio che evidentemente ora affronterà nella sua nuova veste.

Il presunto movente

Secondo l’accusa, e secondo le testimonianze dei fratelli Sanfilippo, Timonieri venne ucciso perchè si voleva espandere nel mondo della droga. Voleva creare un giro tutto suo, facendo concorrenza ai Nizza in uno dei settori – il traffico di stupefacenti – maggiormente remunerativi e per questo particolarmente “caldo”. Ma ora bisogna capire cosa dirà Privitera.

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I mandanti sarebbero stati proprio loro due: Privitera stesso, assieme a Nizza. La sentenza emessa dalla Corte d’Assise, presieduta da Maria Pia Urso, parla dettagliatamente delle dichiarazioni del pentito Scavone, che ha detto di aver parlato più volte con Nizza del delitto Timonieri, a cui all’inizio Scavone si sarebbe opposto salvo poi adeguarsi alla decisione di ucciderlo.

La ricostruzione

L’omicidio risale al febbraio del 2021. Nizza, figlio di Giovanni detto ‘banana’, era ritenuto potentissimo a San Cristoforo. Privitera, come detto, dal clan dei Nizza sarebbe stato incaricato di gestire gli “affari” a Librino. Secondo gli inquirenti, Timonieri sarebbe stato ucciso perché si voleva espandere nel campo della droga, lui che sarebbe stato un trafficante.

Secondo i pentiti, Timonieri aveva amici legati alla ‘ndrangheta e sperava di gestire un giro tutto suo. Questo ovviamente i Nizza non lo potevano accettare. La vittima fu portata a Vaccarizzo dai fratelli Sanfilippo e qui venne ucciso, prima che il cadavere fosse seppellito in una duna.

L’accusa è stata coordinata dai pm della Dda Lina Trovato, Rocco Liguori e Alessandro Sorrentino e dal procuratore aggiunto Francesco Puleio.

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19 Ottobre 2024, 05:01

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