Il giorno dei garanti

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10 Marzo 2012, 09:21

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Sarà oggi il giorno dei garanti, il giorno della verità per il centrosinistra palermitano. Giuseppe Di Lello, Antonio Scaglione e Giuseppe Verde saranno chiamati a decidere sulle primarie che hanno decretato la vittoria di Fabrizio Ferrandelli ma che sono finite al centro della polemica politica per presunte irregolarità. Rita Borsellino ha presentato un corposo ricorso che, secondo alcuni rumors, contesterebbe le operazioni di voto in sette gazebo su trentuno e chiederebbe che venga invalidata la proclamazione del vincitore. Un ricorso sul quale il terzetto dovrà pronunciarsi, forse in giornata o forse la prossima settimana.

Un compito tutt’altro che facile, però, viste le tensioni che hanno accompagnato la consultazione con un fantasma chiamato “annullamento”, di napoletana memoria, che da giorni aleggia su via Bentivenga. I garanti potranno solo esprimersi sulla proclamazione del vincitore e non sul comportamento etico dei candidati (visto che il regolamento non è mai stato approvato) o su presunte irregolarità nelle operazioni di scrutinio, visto che in quel caso il ricorso sarebbe dovuto prima passare dal comitato organizzatore.

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Ma al di là del merito della decisione, che sarà presa vagliando tutte le carte, è il peso politico che questa decisione assumerà a rendere particolare questa giornata. Un eventuale annullamento della consultazione precipiterebbe il centrosinistra nel caos, dal momento che a quel punto servirebbe una figura di alto profilo che metta d’accordo tutti a meno di un mese dal termine per la presentazione delle liste. Ma anche se venisse invalidata anche solo la proclamazione del vincitore, la musica non cambierebbe e il bailamme sarebbe assicurato. Le sorti delle primarie, però, potrebbero incidere anche sul segretario del Pd Giuseppe Lupo, che domani sarà al centro di un’infuocata assemblea che ne chiede la testa, e su quelle di Pier Luigi Bersani.

Il segretario nazionale del Pd, infatti, è orma da giorni sotto attacco. La sconfitta della Borsellino lo ha messo in difficoltà, specie dopo la batosta di Genova, e sono in tanti ormai nel partito a chiederne la testa. L’annullamento, d’altro canto, segnerebbe la fine delle primarie come strumento valido per la scelta di un candidato: in quel caso la sconfitta sarebbe totale. Ma al di là dei calcoli elettorali e delle strategie dei partiti, qualunque sia la decisione che prenderanno i garanti, a uscirne con le ossa rotte sarà il popolo del centrosinistra, stremato da una campagna elettorale per le primarie ricca di veleni, timoroso di una spaccatura che disperderebbe le forze e terrorizzato dall’idea di perdere elezioni che considerava già vinte.

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10 Marzo 2012, 09:21

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