Il grande risiko di Punta Raisi |Su “S” i segreti dell’affare

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07 Aprile 2015, 06:15

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PALERMO – Inchieste giudiziarie, appalti passati ai raggi X, investimenti milionari e una rotazione interna dei dirigenti. Non è un momento facile per la Gesap, che dopo l’arresto di Roberto Helg è finito al centro di un grande risiko per il controllo dell’aeroporto di Palermo. Un affaire – quello che il nuovo numero di “S”, in edicola da sabato scorso, in cui la politica svolge un ruolo di primo piano, visto che al momento la Gesap è per oltre il 98% in mano a soci pubblici: la quota di maggioranza è della Provincia di Palermo, che detiene il 41,3% delle azioni; segue il Comune capoluogo con il 31,5%, la Camera di Commercio con il 22,7% e il Comune di Cinisi con quasi il 3%. Il resto è diviso fra privati, fra cui anche Confindustria. In questi anni la società è andata in perdita, costringendo i soci a ricapitalizzare a più riprese, ma dal 2013 i bilanci sono tornati in attivo: due anni fa l’utile è stato di 1,5 milioni, il 2014 dovrebbe presentarne uno addirittura di 5. Denaro sonante, i primi utili da tanti anni, a dimostrazione che la Gesap è in salute e ora può finalmente rendere qualcosa ai proprietari.
E qui si gioca la partita per il controllo dell’aeroporto, da anni ormai prossimo alla privatizzazione ma che adesso, dopo l’arresto di Helg, è tornato appannaggio degli enti pubblici. Tra questi ha fatto il suo ingresso la Regione che, commissariando la Provincia di Palermo, è entrata in consiglio di amministrazione senza spendere praticamente un euro: Palazzo Comitini esprime due consiglieri su cinque, tra i quali per tradizione anche l’amministratore delegato. Se a questi si somma il rappresentante della Camera di commercio, anch’essa commissariata dalla Regione dopo la decadenza del consiglio di via Amari, Palazzo d’Orleans si ritrova con in mano la maggioranza praticamente a costo zero. Le altre due poltrone sono del Comune di Palermo, che nomina il presidente, ma da qui a breve il consiglio di amministrazione verrà rinnovato e allora tutto potrebbe essere messo in discussione.
Privatizzare, in questo momento, non conviene proprio a nessuno. La Regione, con il rinnovo del consiglio di amministrazione, potrà contare sulla maggioranza e quindi controllare lo scalo più importante dell’Isola a costo zero, dopo aver già messo le mani su Birgi rilevando le quote della Provincia. Via Amari ha sì bisogno di liquidità per coprire i buchi sul fronte pensioni, ma con l’inchiesta in corso nessuno si azzarda a chiedere la vendita per evitare di apparire come interessato a chissà cosa. Il Comune di Palermo, dal canto suo, sa bene di aver perso l’alleanza di ferro con la Camera di commercio che garantiva di poter gestire l’operazione in autonomia rispetto alla Regione e quindi, adesso, non ha più interesse a vendere ritagliandosi il ruolo di ospite “scomodo” a Punta Raisi. Contenti anche i sindacati che, sulla privatizzazione, hanno sempre avuto posizioni critiche. “Confidiamo nella volontà di rilanciare una società che è e dovrà essere patrimonio dei lavoratori dello scalo e della cittadinanza e non il feudo di qualche regnante imposto da lobby politiche o di potere”, ha commentato la Cisal dopo l’audizione con l’Enac.
La partita adesso cambia inevitabilmente volto: non più la privatizzazione, ma il controllo futuro della società. Come detto il consiglio di amministrazione è in scadenza e il prossimo si troverà a gestire il nuovo corso di Punta Raisi: ago della bilancia sarà, come sempre, la Camera di commercio. Il commissario regionale inviato in via Amari dovrà portare l’ente al rinnovo di consiglio, giunta e presidente entro 90 giorni, dopo lo scandalo Helg, pena la decadenza. Sarà la nuova maggioranza di via Amari a far prevalere Orlando o Crocetta. Le grandi manovre quindi adesso si sposteranno dallo scalo di Cinisi al grande palazzo all’ingresso di via Emerico Amari, nei pressi del porto di Palermo: chi controllerà la Camera di commercio sarà decisivo per il futuro della Gesap. Attualmente il rappresentante della Camera di commercio nel cda di Gesap è Giuseppe Todaro, imprenditore antiracket che si è opposto a Helg in tempi non sospetti, rappresentante di quella Confindustria che è partner del governo Crocetta ma dialoga con Orlando sulla Fiera del Mediterraneo, sull’Acquario e sull’Autorità portuale. Si vedrà se Todaro sarà o meno confermato. Una variabile fra mille, passate in rassegna nel dettaglio sul nuovo numero di “S”.

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07 Aprile 2015, 06:15

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