Cronaca

Il leone Ciccio, grande palermitano: una statua per lui a Villa Giulia

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24 Novembre 2024, 06:30

3 min di lettura

Franco Lannino, fotoreporter e cronista, testimone di anni difficilissimi, è un appassionato cultore della memoria. Da palermitano che non dimentica ha una proposta che intende rilanciare, con l’aiuto di LiveSicilia.it. Eccola.

Io sono uno dei pochi palermitani che ha conosciuto due leoni Ciccio. Si è vero, non son matto, i leoni che villa Giulia ha ospitato nel secolo scorso erano due!

Del primo, arrivato a Palermo alla fine degli anni ’50 non ho storia, nel senso che pur avendo fatto delle ricerche non ho mai saputo come e perché sia arrivato nelle settecentesca Villa Giulia e sistemato a in una gabbia ricavata nel perimetro est della stessa villa.

So invece, perché accadde davvero, che questo primo leone nell’aprile del 1958 sbranò un uomo che, per “una bravata o pura follia si introdusse nelle sua gabbia”, come recitava la “breve” con foto del rotocalco Grand Hotel dell’aprile del 1958.

Il secondo Ciccio

Del secondo leone Ciccio si sa con certezza che venne introdotto a fine anni Sessanta dopo che il primo “Ciccio” salì sul “ponte arcobaleno” dei leoni (quando muore un felino non si dice che è salito al cielo, ma sul ponte arcobaleno appunto).

Il Ciccio “sessantottino” venne donato al comune di Palermo dal cavaliere del lavoro Armando De Furlanis, un ricco imprenditore veneto. Anche lui andò ad occupare la gabbia del suo predecessore.

Erano simili Ciccio uno e Ciccio due, al punto che moltissimi palermitani distratti non si accorsero neppure del cambio “generazionale” che c’era stato (i leoni in cattività vivono al massimo venti anni o poco più). La mia generazione ricorda benissimo il secondo Ciccio, il leone dei palermitani.

Il trasferimento a Terrasini

Ciccio, da vecchio, nel 1990, sull’onda delle prime e timide proteste animaliste, fu trasferito alla zoo fattoria del dottor Pietro Quatra, un famoso chirurgo plastico con la passione degli animali esotici a Terrasini. Li complice l’aria salmastra e una nuova compagna, Ciccio trovò stimoli ed energie nuove.

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Si accoppiò, nacquero due leoncini bianchi. Ciccio se ne andò, contemplando il sole di quei bellissimi tramonti africani sul mare tipici della costa di Terrasini, a ricordargli la sua terra d’origine che egli non conobbe mai. Ma per i palermitani “diversamente giovani” è come se fosse ancora vivo.

Io questi due leoni li ho conosciuti personalmente perché sono nato nel 1959 a “Porta Reale” in via Niccolò Cervello, proprio di fronte l’ingresso di Villa Giulia, in linea d’aria a 300 metri dalla gabbia dei leoni. E mio padre da piccolissimo mi portava, prima da uno e poi dall’altro Ciccio.

Poi da adulto capitò per il mio lavoro di fotoreporter, di seguire la sua parabola discendente e per questo mi è rimasto sempre nel cuore questo triste leone.

E un giorno, in tempi recenti, parliamo del 2017 mi sono imbattuto in un post di Facebook con una locandina che recitava recitava: “Esposizione temporanea dello scheletro del leone Ciccio di villa Giulia”.
L’evento era programmato nei giorni 22 e 23 aprile del 2017. Quel post suscitò tantissimi commenti e tantissima indignazione.

Una statua per Ciccio

Da qui lo spunto di pensare di dedicare una statua a questo Grande Palermitano. Si, perché io penso che Ciccio non rappresenti un semplice un reperto per i palermitani, ma faccia parte della memoria storica di intere generazioni.

Penso che il miglior modo per ricordarlo sia quello di dedicargli una statua, da collocare lì dove ha (o forse è meglio dire hanno) vissuto forzatamente per circa vent’anni, a Villa Giulia.

Per questo motivo ho aperto una pagina Facebook dove raccolgo impressioni e consensi per chi vuole sposare questa iniziativa: (https://www.facebook.com/StatuaPerCiccio?locale=it_IT). Che ne dite?

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24 Novembre 2024, 06:30

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