Il libro mastro del pizzo |Estorsioni: 21 a processo - Live Sicilia

Il libro mastro del pizzo |Estorsioni: 21 a processo

Alla sbarra i componenti del gruppo mafioso specializzato in estorsioni azzerato dalla polizia lo scorso giugno. L'organizzazione criminale, inoltre, sarebbe diventata riferimento per alcuni imprenditori come una sorta di "agenzia di riscossione" di stampo mafioso. Tra gli imputati il capomafia dei Carcagnusi Sebastiano Mazzei, detenuto al 41 bis.

 

CATANIA – Il processo Enigma si apre con un rinvio del Tribunale. Non poteva celebrarsi l’udienza per mancanza di contraddittorio causato dall’impedimento di un legale di fiducia a presenziare in aula e dall’assenza di alcuni imputati relegati ai domiciliari che non erano stati autorizzati a raggiungere il palazzo di giustizia. E poi non era stato disposto il collegamento in video conferenza con il “capo dei capi” dei Carcagnusi, Sebastiano Mazzei, detenuto in regime di 41bis. La terza sezione penale, dunque, ha sospeso i termini di custodia cautelare (per gli imputati con impedimento) e quelli di prescrizione ed ha rinviato il processo al prossimo 17 febbraio 2016.

Alla sbarra 21 imputati che finirono in manette lo scorso giugno nell’ambito dell’inchiesta Enigma coordinata dal pm Rocco Liguori. La Squadra Mobile smantellò un gruppo legato al clan Mazzei dedito alle estorsioni e alle “riscossioni” dei crediti nella zona di Misterbianco. Nel mirino della Polizia finirono anche alcuni imprenditori che invece di adire le vie legali contro i loro debitori avrebbero “ingaggiato” i “Carcagnusi” per ottenere il saldo dei crediti che vantavano.

A dare avvio alla delicata indagine fu un block notes trovato dalla Squadra Mobile a casa di Costantino Grasso (uno degli imputati), dove erano appuntate entrate e uscite delle estorsioni. Un vero e proprio libro mastro del pizzo. Gli investigatori riuscirono a decriptare le cifre e le sigle (da qui il nome Enigma dato all’operazione) scritte sui fogli a quadretti e così a risalire ai commercianti costretti a versare l’estorsione al gruppo malavitoso.

La presidente della Terza Sezione Penale ha dovuto far sgombrare l’aula appena ha iniziato l’appello degli imputati. Mentre la giudice pronunciava il secondo nome hanno fatto ingresso nell’aula Serafino Famà i familiari e gli amici dei detenuti e si è creato un po’ di trambusto. Saluti e baci all’indirizzo delle gabbie: moglie, figli e genitori avevano l’occasione di rivedere i loro congiunti e si sono lasciati andare a manifestazioni di saluto poco composte in alcune occasioni. Un comportamento che impediva il regolare proseguimento dell’udienza. I familiari sono stati accompagnati dalla polizia penitenziaria fuori dall’Aula di Tribunale pensando di rientrare in un secondo momento, ma alcuni minuti dopo hanno saputo che il processo era stato rinviato a Febbraio.

I nomi degli imputati. Guido Acciarito, Giuseppe Avellino, Gaetano Bellia, Alfio Cavallaro, Paolo Cosentino, Salvatore Cosentino, Andrea Diego Cutuli, Giuseppe D’Agostino, Giuseppe D’Agostino, Carmelo Di Mauro, Concetto Ganci, Costantino Grasso, Domenico Antonino Grasso, Alfio Grazioso, Alessandro Malerba, Roberto Malerba, Sebastiano Mazzei, Giovanni Miuccio, Giovanni Papa, Francesco Renda, Giuseppe Chinnici, Antonino D’Amico, Daniele Di Mauro, Antonino Giuffrida, Mario Salvatore Giuffrida, Serafino Panassidi, Pavone Emanuele, Mirko Antonino Santanocito, Gaetano Sciacca, Francesco Terranova.


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