Il no di Lupo frena la nuova giunta | Raciti vede Crocetta: serve tempo - Live Sicilia

Il no di Lupo frena la nuova giunta | Raciti vede Crocetta: serve tempo

Il vicepresidente dell'Ars non vuole far parte del nuovo esecutivo. Una decisione che complica la partita tra i democratici. Il segretario regionale sta aggiornando il governatore. Mentre anche i socialisti "avvisano": "Un assessore o siamo fuori dalla maggioranza". Quando Crocetta disse: "Sabato il nuovo governo".

PALERMO – La variabile Lupo sta rallentando la nascita del Crocetta quater. Oggi, stando all’ultimo di una lunga serie di annunci simili del governatore, doveva essere il giorno della nascita della nuova giunta, quella che avrebbe permesso di sfondare il tetto di quaranta assessori in meno di tre anni. Ma fino a questo momento la notizia del nuovo esecutivo non pare imminente. Anche se non si escludono sorprese.

Il segretario regionale del Pd Fausto Raciti nel pomeriggio ha incontrato il governatore Crocetta rientrato dalla Tunisia per aggiornarlo sull’esito degli incontri portati avanti durante il soggiorno del presidente all’estero. E a differenza di quanto si pensasse, Raciti non ha potuto portare a Crocetta un esito confortante, definitivo. C’è ancora qualche nodo da sciogliere. E il governo potrebbe tardare ancora un po’.

Perché a complicare le cose si è messo anche Giuseppe Lupo. Il vicepresidente dell’Ars infatti, stando ai desideri del partito, sia a livello regionale che nazionale, avrebbe dovuto fa parte del “terzetto” di assessori “di prima fascia”, insieme ad Antonello Cracolici e Baldo Gucciardi, che avrebbe consentito al governo Crocetta di assumere quella connotazione fortemente politica richiesta sia dal governatore sia dallo stesso Pd. Ma Lupo prima si è mostrato non entusiasta di fronte a questa ipotesi. Poi fortemente contrario. Un “no” che sarebbe stato ribadito fino a ieri nella tarda serata.

Lupo ha precisato ovviamente che la sua decisione non mette in discussione il sostegno della sua area al governo Crocetta, ma che si fonda su considerazioni di carattere politico non chiarite del tutto. Al di là della politica, infatti, non si può escludere che le motivazioni al “no” di Lupo siano anche di natura pratica e tattica. L’ingresso in giunta si sarebbe tradotto con l’abbandono dello scranno di vicepresidente dell’Ars innanzitutto. Una ipotesi che non appare conveniente nemmeno sul piano strettamente economico. La indennità complessiva di un deputato che ricopre il ruolo di seconda carica di Sala d’Ercole è infatti molto vicina a quella di un assessore “politico”. Incarico, quest’ultimo, che prevede però responsabilità assai più gravose.

Ma c’è probabilmente anche di più. Il “no” all’impegno in prima persona di Lupo si sarebbe tradotto, ovviamente, con l’indicazione in giunta di un assessore molto vicino al politico. I nomi in corsa sono quelli di Anthony Barbagallo e Marika Cirone. Insomma, Lupo terrebbe per sè la carica prestigiosa a Palazzo dei Normanni e potrebbe contare comunque su una persona di fiducia al vertice dell’assessorato. Come già accaduto nell’ultimo anno con la presenza di Antonino Purpura ai Beni culturali. Così, si è fermato tutto. Visto che il dribbling di Lupo rischia di mettere in bilico l’impegno di altri politici indicati come “i più rappresentativi” nel Pd. Tutto si complica insomma nel partito democratico. Dove va sciolto anche il nodo relativo si tre “renziani”: Gucciardi appunto, insieme a Contrafatto e Baccei. Davide Faraone punta a confermare tutti. Ma non sarà facile.

Intanto sembrano abbastanza calme le acque tra i centristi. I nomi ci sono già e sono quelli di Giovanni Pistorio, Gianluca Micciché e Franco Vermiglio. Quest’ultimo è un tecnico gradito a Ncd, sponsorizzato in particolare dal messinese Nino Germanà, nonostante l’ennesima smentita del partito di Alfano. Se, come pare, Crocetta confermerà Mariella Lo Bello, resterà a quel punto solo una poltrona libera nella quarta giunta del governatore. Sicilia democratica ha già indicato al governo Luisa Lantieri. Una scelta che escluderebbe il Psi-Megafono. I deputati regionali insieme ai leader nazionali del partito (tra cui Nencini) si sono riuniti oggi a Roma. E dalla capitale hanno lanciato una sorta di ultimatum: o abbiamo un assessore in giunta o mettiamo in discussione la nostra presenza nella maggioranza, questo il senso della nota diffusa al termine dell’incontro. Bisognerà risolvere anche questo rebus, prima di poter varare il nuovo governo. Il quarto in tre anni.

 

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