MARSALA – Saracinesche abbassate, quindici persone senza lavoro e un’attesa lunga un mese. La retorica sulla ripartenza delle attività economiche della nostra isola, dopo lo stop imposto dalla pandemia, lascia il posto a una realtà che lascia l’amaro in bocca. Ma facciamo un passo indietro e riavvolgiamo il nastro. Ieri sera a poche ore dal calcio d’inizio dell’attesissima finale degli Europei i vigili urbani di Marsala presentano al titolare dello storico ristorante Assud, Ignazio Passalacqua, l’ordinanza che impone la chiusura del locale.
All’origine del provvedimento c’è l’assenza di una autorizzazione per operare all’interno della Riserva dello Stagnone, location nella quale il locale (che possiede la destinazione d’uso per fare ristorazione) sorge dal 1994. Autorizzazione che secondo il titolare non sarebbe necessaria. Autorizzazione sì o autorizzazione no? La palla passa così alla burocrazia regionale. L’amministrazione comunale resta in attesa di un parere che deve fornire l’assessorato regionale al territorio, un’interpretazione del regolamento sulle modalità d’uso e i divieti relativi alla riserva naturale di Marsala finalizzata a capire se l’autorizzazione serva o meno.
La richiesta è stata inviata un mese fa, ma da allora tutto tace. Dalla riapertura post pandemia il proprietario ha collezionato ben 8 accertamenti da parte dei vigili che in assenza del parere chiudono il locale. “Noi chiediamo di lavorare, non chiediamo altro vogliamo soltanto riaprire e riprenderci la dignità”, dice Ignazio Passalacqua. Sulla vicenda è intervenuto il deputato regionale Claudio Fava che non ha lesinato critiche alla macchina burocratica e a chi ha l’onere e l’onore di dirigerla.
“Oggi 15 lavoratori dovranno restare a casa e una realtà imprenditoriale di prim’ordine viene messa in ginocchio. Ecco, la differenza tra generiche dichiarazioni del governo regionale e la vera realtà è tutta nella scandalosa situazione verificatasi a Marsala in queste ore”, ha detto Fava. “Un’attività economica che dava lavoro e premiata come eccellenza del territorio deve chiudere perché dopo settimane, nonostante varie sollecitazioni, l’assessorato regionale al territorio non è riuscito ad esprimere un parere”, continua. Un danno enorme ad una comunità e l’ennesima riprova di una scandalosa inadeguatezza”, ha attaccato Fava. E al netto dell’attesa, il nodo non è sciolto ma le saracinesche sono abbassate. E i lavoratori a casa.
La replica dell’assessore
Dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente Toto Cordaro riceviamo una replica:
“L’assessorato che ho l’onore di guidare non ha alcuna competenza né responsabilità nella vicenda oggetto dell’articolo, come dovrebbe ben sapere chi si fa prendere incautamente dalla smania del commento a tutti i costi.
La competenza – esclusiva – è del Comune di Marsala che da tempo deve provvedere alla predisposizione del piano di utilizzo della riserva per la pianificazione delle attività e degli usi compatibili. E’ il Comune l’interlocutore dell’azienda, che ricade nella zona B della Riserva. Al Dipartimento Ambiente dell’assessorato, scaduti già i termini per la predisposizione del Piano, è stato semplicemente chiesto un parere. Ma, come è noto a tutti, l’interpretazione normativa non rientra tra i nostri compiti. E’ sempre il Comune che, nonostante agisca e interpreti correttamente il regolamento dal 1986, dopo aver richiesto il 16 giugno scorso il parere, e prima che scadessero i 30 giorni procedimentali previsti, ha ritenuto di non concedere l’autorizzazione.
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