Il popolo Almaviva in piazza | Corteo contro i licenziamenti

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22 Marzo 2016, 11:06

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PALERMO – Sono tanti e sono arrabbiati. Urlano ingiustizia a gran voce e protestano per quei 1.670 licenziamenti che ieri l’azienda ha formalizzato e che pesano come un macigno. È il popolo di Almaviva a scendere in piazza. Un corteo autonomo, organizzato dai lavoratori, che dalla sede di via Marcellini, si dirige in piazza Indipendenza per un concentramento spontaneo davanti al palazzo della Presidenza della Regione. Sono circa millecinquecento le persone che stamattina hanno sfilato lungo le strade della città, tra corso Calatafimi, viale Regione Siciliana e piazza Indipendenza. Portano lenzuoli cui affidano i loro messaggi di protesta contro gli esuberi. Inevitabili le ripercussioni sul traffico nella zona interessata dalla protesta. Bloccate le strade e anche alcuni convogli del tram in transito nella zona di viale Regione siciliana angolo corso Calatafimi.

Alcuni di loro portano in spalla una bara. Sopra, un lenzuolo in cui è stata disegnata una croce insieme ad una scritta “1.670 morti subito”. Già ieri, davanti la sede storica di via Cordova, era stato organizzato un sit-in di protesta. In quelle ore l’azienda comunicava destino di Almaviva ai sindacati. Un esubero che si attesta a 918 unità per la realtà di Roma, 400 per Napoli e 1.670 per Palermo. L’azienda ha illustrato, durante la mattinata, i numeri relativi alla produzione. Per la sola sede di Palermo, i ricavi si attesterebbero al 9,6 per cento contro il 21 per cento fissato come obiettivo minimo. Secondo l’azienda questi risultati sono la ragione del licenziamento.

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“Un disastro sociale” gridano i lavoratori. Ad accompagnarli gente comune che, già nei giorni scorsi, ha manifestato solidarietà al popolo di Almaviva riempiendo la rete di hashtag come #renzisveglia e #siamotuttialmaviva. Alcuni di loro siedono a terra sull’asfalto di viale Regione, bloccando il traffico all’altezza del cavalcavia di corso Calatafimi. Siedono in cerchio e affidano a uno sciopero le speranze di un destino ormai appeso a un filo. “Il governo regionale è assente – spiegano in coro -. Ci saranno 1.670 morti. Da tre anni giocano con il nostro futuro. Siamo tutti laureati, perché farci questo?”.

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22 Marzo 2016, 11:06

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