Quel presunto incontro | tra il boss e Lombardo

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04 Novembre 2010, 11:10

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“Ho rischiato di dare la vita e la galera per lui” è “venuto da me di notte, è stato due ore e mezza” ma “ora neanche se viene il Padre eterno lo aiuto”. Così il boss presunto di Ramacca, Rosario Di Dio, parla a un amico dei suoi presunti contatti con il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, in un’intercettazione compiuta da carabinieri Ros nell’inchiesta Iblis. Allo ‘sfogo’ del presunto capo di Cosa nostra del paese etneo i magistrati della Dda non hanno trovato riscontri, e per questo il fascicolo in cui sono indagati il governatore e suo fratello Angelo Lombardo, deputato nazionale del Mpa, come ha spiegato ieri il procuratore capo Vincenzo D’Agata resta aperto anche se “non si ritiene, allo stato, esistere la idoneità per adottare alcuna iniziativa processuale nei suoi confronti”.

L’atto, in parte riportato dal Corriere della Sera, non è inserito nell’ordinanza eseguita ieri, ma nella richiesta della Dda della Procura di Catania al Gip Luigi Lombardo. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Di Dio sostiene di avere incontrato Angelo e Raffaele Lombardo, che sono indagati da diversi mesi per concorso esterno all’associazione mafiosa, nella sua abitazione, mentre era sorvegliato speciale, facendo così rischiare di farlo arrestare, la notte antecedente le votazioni per “le prime elezioni regionali che ci sono state”. Le “lamentele” ascoltate dal Ros, si riferirebbero al mancato ricevimento di alcuni favori dai fratelli Lombardo, dai quali non ottiene invece alcuna contropartita. Come quando gli chiedono di risolvere un problema con il consorzio di bonifica con il figlio di Di Dio per una ‘sanatoria’ con pagamenti a rate di un grosso debito per la fornitura d’acqua. Ma i politici lo ignorano completamente e neppure lo ricevono. ‘Questo bastardo – esplode Di Dio la sera del 19 dicembre del 2009 mentre davanti la Tv vede Lombardo – e’ un pezzo di m…”, è “munnizza”, un “gesuita” è un “gran cornuto” che ci cercava quando non era nessuno”, e arrabbiato aggiunge: “sono dovuto andare il voto” ma la mia famiglia voti al presidente non gliene ha dati”.

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04 Novembre 2010, 11:10

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