22 Giugno 2024, 16:54
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PALERMO – Da un lato c’è chi, da Forza Italia, invita a partecipare, dall’altro Fratelli d’Italia punta il dito contro una manifestazione definita “strumentale” e di sinistra. Il Pride di Palermo, ancora una volta, ‘divide’ il centrodestra cittadino.
Un copione che ormai si ripete da tre anni, con il Comune guidato da Roberto Lagalla a patrocinare l’evento e la maggioranza che si divide sul tema. Una posizione, quella dell’ex rettore, ribadita in più occasioni e confermata dalla presenza del sindaco alla conferenza stampa di presentazione.
Nel giorno in cui il corteo colora il centro storico di Palermo, la polemica si riaccende. Edy Tamajo, assessore regionale di Forza Italia ma soprattutto freschissimo recordman di preferenze alle ultime Europee, non lascia spazio a dubbi: “Il Pride non ha colore politico, è un momento fondamentale per rivendicare i diritti di tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o da qualsiasi altra caratteristica personale”. Con tanto di invito a partecipare.
Posizione che ha preso in contropiede il resto del centrodestra. “Il Pride è ormai una manifestazione ideologica della sinistra – attacca l’ex vicesindaco Carolina Varchi -. Agli esponenti della coalizione di centrodestra e agli organizzatori che parteciperanno garantisco che nessuna delle rivendicazioni del Pride diventerà mai legge, così come abbiamo promesso ai nostri elettori quando ci siamo presentati alle elezioni”.
“Il Pride è una manifestazione politica della sinistra che strumentalizza il tema dei diritti per fare propaganda – tuonano il segretario cittadino e quello provinciale di FdI, Antonio Rini e Raoul Russo -. Prendiamo atto, con sorpresa, dell’invito di altre forze politiche di centrodestra a prendervi parte, specie se, come a Palermo, si usano i diritti per calpestare quelli della città”. Il riferimento è alle strisce pedonali colorate sull’asfalto, di fronte al Teatro Massimo.
“Se un commerciante avesse deturpato le strisce pedonali sarebbero scattate immediate le multe – continuano Rini e Russo -. Evidentemente qualcuno pensa di poter essere al di sopra della legge, parlando di diritti”.
“Non comprendo come si possa inneggiare al Pride come ad una manifestazione per i diritti di tutti, quando è del tutto evidente che I diritti non c’entrano nulla”, dice Sabrina Figuccia, capogruppo della Lega al comune di Palermo e figlia di Angelo, esponente politico che già in passato si è contraddistinto per le critiche al Pride.
“Si tratta di una manifestazione che definirei pittoresca e decisamente fuori luogo – continua -. I diritti hanno a che fare con luoghi e modi completamente diversi, così come l’orgoglio di rivendicarli. Non condivido inoltre la scelta dell’amministrazione di patrocinare iniziative come queste, né quella di altri partiti apparentemente di centro destra che vorrebbero stendere tappeti rossi alla stessa sinistra con cui sono alleati in altri contesti”.
“La scelta del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, di concedere il patrocinio del Comune al Pride è profondamente coerente con la sua storia e con quella di questa città che è sempre stata dalle parte dei diritti per tutte e per tutti. Ringraziamo il sindaco per aver confermato la posizione dell’amministrazione che rispecchia quella dei palermitani, nonostante le solite polemiche. Il Pride è anzitutto una festa, un momento di partecipazione e condivisione che non ha colore politico. Oscene, semmai, sono certe polemiche da parte di chi prova a ritagliarsi uno spazio sui giornali”. Lo dice Dario Chinnici, capogruppo di Lavoriamo per Palermo in consiglio comunale.
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22 Giugno 2024, 16:54