17 Ottobre 2011, 19:39
2 min di lettura
“Una mortificazione delle professionalità locali”. Così gli ortopedici siciliani commentano l’arrivo dell’istituto Rizzoli, la nuova sperimentazione gestionale della sanità regionale presentata appena qualche settimana fa e che sarà operativa dal 2012 a Villa Santa Teresa, il centro bagherese confiscato all’imprenditore Michele Aiello. Ma gli ortopedici dell’Isola non hanno preso bene la notizia, vivendola quasi come un’invasione.
In una lettera aperta, infatti, l’associazione siciliana ortopedici traumatologi ospedalieri ha espresso le sue perplessità all’assessore Massimo Russo (nella foto). Secondo il presidente dell’Asoto, Giuseppe Petrantoni, la nuova sperimentazione gestionale di Villa Santa Teresa sarebbe una “ulteriore mortificazione per chi onestamente e con professionalità lavora nei nostri ospedali, spesso fatiscenti, e costretto, pur di operare a mendicare giornalmente assegnazioni straordinarie di sala operatoria, anestesisti e spesso bisturi e teli chirurgici”.
“Questo – insorgono gli ortopedici – significherebbe darci una “patente” di incompetenti davanti a tutto il Paese, in maniera assolutamente gratuita”. Ma c’è di più. Se, infatti, tra le motivazioni addotte dalla Regione per l’arrivo dei grandi gruppi della sanità nazionale c’è la volontà di ridurre la mobilità passiva (i cosiddetti viaggi della speranza), secondo gli ortopedici siciliani: “Solo esaminando le reali motivazioni di tale esodo si potranno trovare le soluzioni adeguate. Da un esame delle patologie che “emigrano” – continuano – sembrerebbe che solo una piccolissima percentuale di queste non trovino effettivamente una soluzione nel territorio, mentre la maggior parte delle patologie interessate fanno parte del pane quotidiano di ogni buona divisione di Ortopedia”.
Proprio sul tema dei “viaggi della speranza” già poco dopo la presentazione era insorto il deputato Dino Fiorenza, ex Pd oggi al Gruppo misto. Secondo Fiorenza (medico, specializzato in Ortopedia, ndr): “La convenzione di Villa Santa Teresa col Rizzoli sarà un fallimento; verranno medici di secondo o terzo ordine, non opereranno i pazienti con tumori ossei e non verranno operati bambini, che sono le uniche patologie che emigrano per reali esigenze. La sanità – aveva aggiunto – è una cosa seria, e i problemi vanno affrontati con competenza, senza proclami, ma con buon senso e soprattutto modestia”. Insomma, tra chi ne tesse le lodi e chi protesta, l’attività preliminare del Rizzoli in Sicilia continua, anche se la strada appare ancora tutta in salita.
Pubblicato il
17 Ottobre 2011, 19:39