Cronaca

Il ‘santone’ Capuana a processo: teste rischia accusa di falso

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24 Febbraio 2021, 09:20

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CATANIA – Ha tentato di ritrattare quanto avrebbe affermato durante le indagini preliminari condotte dalla polizia postale di Catania. Un piccolo colpo di teatro, ieri, durante l’ultima udienza del processo scaturito dall’inchiesta sugli abusi sui minori che si sarebbero consumati all’interno della comunità di Lavinia ad Aci Bonaccorsi. Una delle testimoni, rispondendo alle domande della pm, ha ridimensionato i racconti finiti agli atti. Anzi in alcuni tratti ha cambiato versione, soprattutto in riferimento alle preoccupazioni che l’avrebbero attanagliata rispetto al mondo della comunità che aveva come leader spirituale Pietro Capuana. La magistrata al temine dell’esame ha chiesto al Tribunale di inviare gli atti alla Procura per valutare il reato di falsa testimonianza a carico della teste.

Nel corso dell’udienza è stata sentita anche una ragazza che ha raccontato di essersi avvicinata all’associazione ma di aver deciso di “allontanarsi” dopo aver “sentito qualcosa di insano”.

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Il ‘santone’ Pietro Capuana avrebbe abusato più volte di alcune delle vittime, assistite dagli avvocati Tommaso Tamburino e Salvo Pace. E nel suo piano criminale sarebbe stato aiutato dalle tre fiancheggiatrici, Katia Concetta Scarpignato, Fabiola Raciti e Rosaria Giuffrida, che avrebbero spinto le ragazze ad assecondare le richieste – definendole ‘pulite e spirituali’ – del settantenne, difeso dall’avvocato Mario Brancato. Un’indagine che documenta orrori e violenze che si sarebbero dilungati nel tempo, ma tutto sarebbe rimasto avvolto nel silenzio. La diocesi di Acireale si è costituita parte civile con l’avvocato Giampiero Torrisi. Il processo è stato rinviato al prossimo 25 maggio.

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24 Febbraio 2021, 09:20

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