Il sentiero che unisce l’Europa |Inaugurato il tratto siciliano

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26 Aprile 2016, 09:31

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BRONTE – Da oggi chi arriva al Rifugio di Piano dei Grilli, sul versante ovest dell’Etna, in territorio di Bronte, si trova di fronte un cartello nuovo. Su di esso due frecce ad indicare altrettanti percorsi. Uno dritto che porta niente di meno che a Capo Nord, in Norvegia. Basta solo percorrere, ma si fa per dire, i 7691 chilometri che lo separano dal punto in cui ci si trova. L’altra freccia, invece, indica a destra un percorso diverso ma “più breve”. Destinazione Capo Passero, la punta meridionale della Sicilia, raggiungibile dopo soli 211 chilometri. Eppure non si tratta né di un errore né tanto meno di uno scherzo. 

È stato infatti inaugurato il primo tratto siciliano del sentiero escursionistico europeo E1. L’unico dei dodici sentieri europei ad arrivare in Sicilia, unendo così gli estremi d’Europa. 8000 chilometri circa di percorrenza che dalla Norvegia si snodano attraverso Svezia, Danimarca, Germania, Svizzera e Italia, fino a giungere, ma ancora nel progetto, all’estremo sud del Vecchio Continente, Capo Passero. Un’unione tra le diverse nazioni che affonda le sue radici negli anni Sessanta, quando in Europa era la cortina di ferro a dividere. Fu in quel clima che vennero progettati questi dodici sentieri di lunghissima percorrenza. Chilometri e chilometri per unire idealmente, attraverso la passione condivisa per l’escursionismo, tutto il Vecchio Continente, da est a ovest, da nord a sud, al motto del primo presidente della Federazione Europea Escursionismo (FEA), Georg Fahrbach: “Camminare liberamente, senza barriere, da popolo a popolo”.

E in Sicilia è stato il Comitato Regionale della Federazione Italiana Escursionismo (FIE), presieduto da Antonio Mirulla, a far sì che anche il tratto siciliano cominciasse a diventare realtà. 120 i chilometri inaugurati oggi in occasione del settantesimo anniversario della FIE. Un percorso che dalla dorsale dei Nebrodi, presso i megaliti dell’Argimusco, attraversando il bosco di Malabotta, giunge in valle Alcantara ed entra nel territorio del Parco dell’Etna dal versante di Linguaglossa. Attraverso poi i sentieri altomontani etnei giunge fino al versante sud del vulcano, terminando a Nicolosi. Un tratto a cui si aggiunge anche la variante di oltre 30 chilometri che abbraccia i conetti vulcanici dell’Etna ovest, le zone ZPS (Zona di Protezione Speciale) e SIC (Sito di Interesse Comunitario) di Piano delle Ginestre. E obiettivo di Mirulla è ora terminare il tratto siciliano del sentiero E1 “entro il 2016 o al massimo entro i primi due mesi del 2017” che, proseguendo verso i Peloritani e gli Iblei, conterà alla fine 260 chilometri di cultura e natura.

Ospiti della giornata, Mimmo Pandolfo, presidente nazionale FIE, la Federazione che su delega della FEA gestisce i sentieri europei ricadenti in Italia, e Marisa Mazzaglia, presidente del Parco dell’Etna. “Oggi che, ahimè, l’Europa è percorsa da fremiti che vanno nella direzione del riappropriarsi dell’identità locale, dimenticando che il piccolo ha difficoltà a sopravvivere in un mondo globalizzato, i sentieri europei e nel caso nostro in particolare questo E1 che unisce idealmente il nord e il sud continentale – nelle parole di Pandolfo – ha un aspetto simbolico notevolissimo”. La speranza, continua, è che questo ponte ideale lanciato al di là dei confini nazionali possa essere recepito, abbattendo così frontiere e pregiudizi.

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Prossima meta ora è far sì che la valorizzazione del sentiero non rimanga circoscritta al solo giorno dell’inaugurazione, in quanto, come spiega lo stesso presidente, “avere una struttura che non viene fatta conoscere è come se non la si avesse, perché di fatto tutto ciò che non viene conosciuto non esiste”. “Non basta avere l’E1” o qualsiasi altro sentiero, aggiunge, “è importante che chi vive sul territorio si ponga come attore di un fatto che diventi eclatante e che faccia catalizzare l’attenzione verso quel luogo stesso”. “Noi forniamo l’opportunità, diamo lo spunto per poter fare, poi è chi opera localmente, gli attori dello sviluppo locale, che deve diventare parte attiva di un processo di sviluppo”. A fargli eco anche la Mazzaglia, che assicura come siano “tanti i progetti che legheranno anche questo sentiero ad uno sviluppo del turismo e di questo territorio”. L’inaugurazione di “questo tratto di itinerario porterà non solo il collegamento con l’Europa ma davvero tanti escursionisti europei a interessarsi di questo progetto”. 

E con loro, sotto un cielo uggioso che però non ha scoraggiato gli appassionati, anche amanti del trekking e della mountain bike, giunti da diverse zone della Sicilia, da Milazzo, Carlentini, Augusta, Agrigento, Catania ma anche da Villa San Giovanni, per percorrere i primi 11 o 19 chilometri insieme con i rappresentanti delle Associazioni Sicily Green Sports, Etna e dintorni, Cepes e Giù le mani che hanno collaborato e continueranno a collaborare con la FIE regionale.

 

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26 Aprile 2016, 09:31

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