Il tandem radical-diccì di +Europa |”Avremo eletti anche in Sicilia”

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25 Febbraio 2018, 07:06

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PALERMO – I sondaggi, finché è stato possibile pubblicarli, sorridevano a Emma Bonino. La lista Più Europa della storica esponente radicale era data in costante crescita. E l’obiettivo del 3 per cento, la soglia che va superata per accedere al Parlamento, sembra alla portata del progetto europeista sostenuto anche dal Centro democratico di Bruno Tabacci.

E così anche in Sicilia, i candidati della lista europeista alleata del Pd sono ottimisti sul possibile esito della sfida. Gli endorsement illustri per Bonino e compagni sono fioccati in questi giorni, da Calenda a Saviano e Ornella Vanoni. E in generale una certa sinistra borghese un po’ insofferente al renzismo sembra puntare su Bonino, esponente di un liberalismo radicale a cui fino a poco tempo fa da sinistra si guardava con un certo sospetto.

In Sicilia i candidati della lista europeista di Bonino e Tabacci si trovano solo al plurinominale, nessuno corre nei collegi maggioritari. In lista diversi militanti radicali come Francesca Turano Campello, capolista in tre collegi alla Camera ma anche candidati riconducibili al partito di Tabacci, dal coordinatore regionale Francesco Attaguile, capolista nel Sud Est, a Lucia Pinsone, già candidata alla presidenza della Regione, capolista a Messina. Al Senato i capilista sono il generale Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore della difesa, e Delia Russo.

La lista esercita un appeal in quell’area progressista che non si entusiasma per il Pd. “A un elettorato nuovo che si avvicina a noi dico benvenuti se vi siete ricreduti”, dice lo storico militante radicale Gaetano D’Amico, anche lui candidato. La campagna elettorale si fa con i pochi mezzi a disposizione. “Ogni compagno radicale si tassa, come sempre”, spiega Francesca Turano Campello. In compenso c’è Emma Bonino, con la sua forza mediatica. “Emma ha un’immagine potente che non è costruita ma è frutto di un lavoro di 50 anni. E si sta spendendo con grande generosità anche se non dovrebbe”, dice Turano Campello, facendo riferimento ai noti seri problemi di salute occorsi nel recente passato alla leader radicale.

Lo scorso weekend a Caltanissetta c’è stata un’assemblea pubblica con Gianfranco Dell’Alba, già deputato radicale. Altre iniziative sono in programma da qui al 4 marzo. Bisogna lavorare molto sul Sud visto che nei sondaggi la lista andava molto più forte nelle regioni settentrionali. La speranza però è, nel caso di superamento del 3 per cento, di ottenere almeno un seggio nell’Isola, dice Attaguile. Lo strano tandem tra radicali e democristiani pedala in quella direzione. Come va questo inedito fidanzamento? “Emma Bonino è una gran signora con una coerenza e serietà che sono pari solo a Tabacci – dice il numero uno di Centro democratico in Sicilia Francesco Attaguile -. Nel programma abbiamo trovato dei punti di equilibrio e lo dico da cattolico: la linea programmatica è quella progressista di Papa Bergoglio”.

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Ognuno però porta la sua tradizione. E le sue battaglie. “Una battaglia importantissima per quanto riguarda la Sicilia è quella per la legalizzazione delle droghe leggere – dice D’Amico -. La mafia non vuole per fare i suoi affari”. E poi ci sono le battaglie per la giustizia, per la dignità dei detenuti, tutto il bagaglio della storia radicale. Che converge con il cristianesimo democratico di Tabacci e compagni su questioni come ius soli e immigrazione.

E dopo il 4 marzo, cosa faranno gli “europeisti”? La Bonino ha aperto alla possibilità di larghe intese con Forza Italia, contro i populisti. Va da sé che in quella ciurma lì, gli unici con cui possiamo sperare di avere dialogo sono quelli di Forza Italia. Non è che i punti di contato tra Tajani e la Bonino sono paragonabili a quelli tra Bonino e Salvini. Certo non possiamo perder tempo a parlare con Salvini”, sintetizza Turano Campello.

Prima però c’è da superare il tre per cento. E la Sicilia dovrà fare la sua parte.

 

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25 Febbraio 2018, 07:06

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