18 Marzo 2021, 15:56
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CATANIA – Il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro lancia un’operazione verità sui casi sospetti, tre al momento, connessi alla somministrazione del vaccino Astrazeneca. Lo fa in un momento cruciale della campagna di vaccinazione, proprio mentre l’Ema sta per pronunciarsi sul vaccino.
Punto primo, il procuratore Zuccaro sottolinea che non ci sono elementi, fino a questo momento, che consentano di ipotizzare che i decessi siano “sintomatici di un pericolo nell’utilizzo del vaccino Astrazeneca”. Il procuratore ricorda un fatto, di non poco conto. Proprio mentre era stata aperta l’indagine sul decesso del poliziotto Davide Villa, Zuccaro è stato il primo magistrato a vaccinarsi, sempre con Astrazeneca. E insieme a lui moltissimi altri magistrati ai vertici dell’ufficio.
Il procuratore precisa che la morte di Davide Villa è al centro di un’indagine della Procura di Messina, con la quale, l’ufficio etneo “ha stabilito un collegamento investigativo, per evitare sovrapposizioni e duplicazioni di attività”.
“I primi accertamenti – continua il procuratore – consentono di affermare che non esistono fattori genetici predisponenti a eventi trombotici a carico del Villa”. Si tratta di un fatto rilevante, perché geneticamente Villa non sarebbe predisposto a quella patologia che si è scatenata nel suo corpo dopo il vaccino. Zuccaro aggiunge anche che, in base ad alcuni problemi di salute di cui ha sofferto in passato il poliziotto, sarebbe dovuto rientrare nelle categorie alle quali è raccomandata la somministrazione “di un diverso vaccino”. Ma questo, precisa ancora il magistrato etneo “non comporta l’esistenza di un nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino Astrazeneca e il decesso”.
Alla luce delle indagini sui decessi successivi ai vaccini, Zuccaro fa una raccomandazione, tra le righe, quella di “far maturare nei vaccinanti la consapevolezza dell’importanza di una scrupolosa ricostruzione della propria storia clinica”.
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18 Marzo 2021, 15:56