17 Marzo 2021, 16:35
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CATANIA – Lacrime agli occhi, mascherina, i militari della Marina, in forza alla Nato di Augusta, sono schierati all’ingresso della Cattedrale di Catania, per l’ultimo saluto al Caporale scelto Stefano Paternò, 43 anni. È il giorno del dolore, nel cuore di Catania, non si contano le ghirlande, le autorità presenti, gli amici, i familiari e i militari in divisa.
Dolore inconsolabile, quello della famiglia Paternò, palloncini azzurri. Quando suona il silenzio, i militari si stringono attorno al feretro, quasi come in un abbraccio. Un abbraccio intenso, quasi di protezione, nei confronti di quel padre di famiglia che, purtroppo, è morto nella notte. Una morte atroce, scoperta dalla moglie, dopo le sofferenze degli ultimi istanti.
Le verifiche sono in corso, da parte della Procura di Siracusa. Gli inquirenti stanno cercando di capire se esista una correlazione tra la somministrazione del vaccino Astrazeneca, la febbre e il successivo decesso. Febbre alta, che era stata curata con una tachipirina.
Il lotto di vaccino somministrato a Stefano Paternò è lo stesso che era stato inoculato al poliziotto Davide Villa, deceduto dopo una grave trombosi, ed è stato sequestrato dai carabinieri del Nas, un giorno prima che, a livello nazionale, l’Aifa sospendesse Astrazeneca.
Ma lì, in Cattedrale, i dubbi non trovano spazio. Ci sono le lacrime, i singhiozzi, c’è quella salma che, dopo l’autopsia, è stata restituita ai famigliari. Stefano è nel cuore di tutti.
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17 Marzo 2021, 16:35