In ostaggio per una partita di droga |A Roma sarà sentito il pentito Sardo

di

03 Dicembre 2017, 05:19

2 min di lettura

L'aula della Corte d'Assise d'Appello di Roma

ROMA – Sarà il collaboratore di giustizia Sebastiano Sardo, detto Occhiolino, il teste chiave del processo in corso davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma che vede imputati sette catanesi accusati di sequestro di persona a scopo di estorsione. Gaetano Ferrara, Marco Guerrera, Simone Gugliemino, Francesco Perna, Antonio Santangelo, Luca Sardo (fratello del pentito, ndr) e Concetto Zanti sarebbero i componenti del commando che i primi di marzo dello scorso anno avrebbero preso in ostaggio dal Lazio alla Sicilia un pasticcere di Torvajanica (frazione di Pomezia) per costringere i familiari a pagare un debito di 130 mila euro per una partita di droga. il 60enne sarebbe stato costretto con violenza a salire a bordo di una Mercedes classe B che insieme a un’altra macchina si sarebbe allontanato a forte velocità. Grazie alla pronta denuncia di un passante è scattata un’attenta attività di monitoraggio dei carabinieri di Pomezia. Grazie alle telecamere installate nella zona sono state identificate le targhe e quindi le vetture su cui viaggiavano i sequestratori. Il commando è arrivato a Villa San Giovanni, dove sarebbero arrivati altri complici a bordo di una Fiat Punto. Una volta a Messina sono intervenuti i militari che li hanno arrestati.

L’ex trafficante di droga Sebastiano Sardo, coinvolto insieme a due degli imputati (Santangelo e Guglielmino) nell’inchiesta Double Track che ha scoperchiato un cartello del narcotraffico tra i Cappello e le ‘ndrine calabresi e diventato collaboratore di giustizia la scorsa estate, potrebbe fornire i dettagli sulla partita di droga venduta, sul debito contratto e sulla spedizione in Lazio. Al termine dell’esame del pentito ci sarà la requisitoria del Pg. La Corte poi fisserà le udienze per le discussioni del collegio difensivo composto, tra gli altri, dagli avvocati Maria Caltabiano, Giorgio Antoci, Alessandro Vecchio e Marco Lo Presti. Nei motivi d’appello i difensori hanno evidenziato come dall’apparato accusatorio non si evinca il fine economico del reato e che quindi la contestazione dovrebbe essere derubricata a sequestro di persona senza lo scopo dell’estorsione.

Articoli Correlati

Il processo di primo grado davanti al Gup di Roma si è concluso con condanne pesantissime: 17 anni di reclusione per Gaetano Ferrara, Marco Guerrera, Francesco Perna, Antonino Santangelo, Luca Sardo e Concetto Zanti, 12 anni invece per Simone Guglielmino.

 

Pubblicato il

03 Dicembre 2017, 05:19

Condividi sui social