In scena “Un momento difficile” |A tu per tu con Dapporto

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06 Maggio 2018, 18:32

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CATANIA – Sarà il cuore pulsante di “Tu”, lo struggente personaggio protagonista di “Un momento difficile”, la novità assoluta in scena dall’9 al 20 maggio nella sala Verga del teatro Stabile di Catania. Massimo Dapporto, a pochi giorni dal debutto, si ferma qualche istante, fra una prova e l’altra, per raccontarci le emozioni e le sfumature del suo nuovo ruolo. Una parte, quella di un figlio (Tu) che assiste la madre morente, che il celebre attore italiano sente particolarmente sua e non solo sul piano artistico. “Ho trovato diverse affinità con la mia infanzia”, dice Dapporto. “Come ‘Tu’ anch’io non ero pronto, nessuno lo è mai” a staccarsi da un genitore. Il testo inedito di Furio Bordon per la regia di Giovanni Anfuso verrà allestito in coproduzione con il teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. 

“Tutto è iniziato – spiega l’attore – con dei contatti telefonici che ho avuto con Bordon: lui mi mandò il testo. Poi mi chiamò Anfuso e parlammo di questo lavoro. E in effetti ho riscontrato tante affinità con il personaggio, anche come collocazione geografica. Bordon è di Trieste, come me. E ha descritto dei luoghi che io conosco, mi è venuto da sorridere: ho ritrovato parte della mia infanzia e del mio rapporto sia con mia madre che con mio padre. È una storia che mi riguarda molo da vicino”. Come una seduta psicanalitica, che lo porta a riconoscere in un flusso di proiezioni autobiografiche: la fascinazione eppure qualche asprezza della madre; il carisma ma anche le lunghe assenze del padre, assorbito dalla carriera; e poi la dolorosa perdita di entrambi. Un po’ quello che avviene nella pièce, in cui Bordon racconta con profonda introspezione, ma anche tagliente ironia, i terribili istanti che precedono la morte dell’anziana madre di un personaggio che l’autore ha deciso di chiamare “Tu”. “Il personaggio – spiega Dapporto – non ha un nome preciso, viene chiamato Tu come a identificare l’attore con il personaggio. L’autore dice: sei tu che interpreti te stesso. Il figlio e madre s’incontrano e si rinfacciano tante cose, tante mancanze e tutto quelle situazioni che si erano venute a creare nell’infanzia del figlio. La madre non aveva capito che queste cose lo avevano ferito al punto di cambiargli la vita”.

Il cast assieme al regista Giovanni Anfuso

Dapporto, che sarà sul palco del Verga insieme agli interpreti Ileana Rigano, Debora Bernardi, Francesco Foti, ci confida anche il suo speciale legame con il teatro siciliano e con Catania. “La prima volta che arrivai qui – dice – fu per le rappresentazioni classiche di Siracusa. E da allora sono rimasto davvero molto legato a questa terra. Quando ripartii da Messina al termine delle rappresentazioni mi sentii come staccare il cordone ombelicale. Fu una sofferenza. A Catania venni a lavorare la prima volta mi sembra nel °74 allo Stabile Catania. Io con i miei colleghi per risparmiare trovammo un appartamentino di pescatori ad Acitrezza. Feci diverse amicizie, che continuo ancora oggi a mantenere. Quando sono a Catania ancora oggi vado a mangiare ad Acitrezza, lì ho più di un amico”. E al suo ritorno a Catania in occasione della realizzazione di “Un momento difficile”, lo ha sorpreso “piacevolmente trovare la metropolitana – dice – L’ho anche presa. La utilizzo spesso, la trovo comodissima. La città, insomma, se posse la vivo molto volentieri. Mi piace viverla, andare al mercatone, in giro a fare la spesa. Cerco di essere una persona, non solo l’attore. Se dovessi essere solo un attore anche nella vita mi annoierei”.

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E poi Dapporto ci racconta anche dell’esperienza di lavorare per la prima volta con il catanese, Giovanni Anfuso, uno tra i più autorevoli registi del panorama teatrale italiano attuale. “È molto meticoloso e molto pignolo. Ha curato tutto, dalla recitazione, alle luci da mettere in scena. È ancora adesso ci sono dei piccoli cambiamenti che lui apporta allo spettacolo. Con me è stato sempre, non soltanto gentile, ma anche accondiscendente e paziente. Una cosa che mi ha fatto piacere. Mi sono trovato bene. È un regista molto in gamba e molto sensibile, forse anche troppo”. E non sono mancati i momenti di commozione durante le prove dello spettacolo. “Lui in questo racconto rivive un po’ recenti esperienze sue personali, quindi ci siamo spesso ritrovati a parlarne. Mi ha fatto davvero piacere conoscerlo, era la prima volta che lavoravo con lui. Anfuso sa esattamente con la regia dove vuole arrivare. Ecco perché accettiamo volentieri anche lunghe ore dure di prove”.

E in conclusione Dapporto ci tiene a dire un’ultima cosa. “Un caro saluto a tutti i lettori di Livesicilia”.

 

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06 Maggio 2018, 18:32

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