Incendi a Catania, la lunga estate dei vigili del fuoco: le indicazioni

Incendi nel Catanese, uomini e mezzi: la lunga estate dei vigili del fuoco

Il comandante Iracà: "C'è chi controlla le previsioni per appiccare le fiamme"
LA BATTAGLIA CONTRO I ROGHI
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CATANIA – Gli incendi di boschi e sterpaglie sono diventati purtroppo la regola dell’estate, come il mare e le ferie d’agosto. La Sicilia, con quasi un quinto del territorio ricoperto di superficie boschiva, è teatro ogni anno di roghi, in molti casi di origine dolosa. Per questo le istituzioni, dalle diverse prefetture alla Regione, mettono in moto un meccanismo di prevenzione e risposta di cui fanno parte, ovviamente, anche i Vigili del fuoco.

Gli anni precedenti e la prevenzione

È il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Catania Felice Iracà, raggiunto da LiveSicilia, a descrivere in che modo ci si prepara alla stagione degli incendi a Catania: “Partiamo dagli anni scorsi. Nel 2023 io ero ancora comandante a Messina, e lì come in tutta la Sicilia si registrò uno degli anni peggiori degli ultimi 15 – 20 anni, che speriamo di non ripetere. Nel 2024 le cose andarono molto meglio e speriamo di ripetere anche nel 2025”.

La campagna antincendio parte dalla prevenzione, soprattutto dalla pulizia di erbe e sterpaglie che potrebbero propagare i fuochi. Dice ancora Iracà: “Da quello che mi dicono gli uomini sul campo, le piogge maggiori di quest’anno, che ovviamente sono un vantaggio dal punto di vista dell’irrigazione e del riempimento degli invasi, hanno però causato una maggiore crescita della vegetazione, che con il caldo secca e può causare molti problemi”.

Per questo l’appello è a pulire i terreni: “La Prefettura e i vari comuni – dice Iracà – hanno emesso le ordinanze per la scerbatura invitando i proprietari di terreni in zone rurali a tenere pulito in un raggio di 10- 15 metri la parte di loro proprietà. Il fuoco può iniziare anche accidentalmente (cosa che, va detta, capita raramente: gli incendi di solito sono dolosi), ma la vera partita da giocare è quella della propagazione. Se il fuoco non è alimentato si ferma. La propagazione è legata alla presenza di tanto materiale combustibile”.

Le squadre aggiuntive e il supporto aereo

A questa situazione i Vigili del fuoco di Catania si preparano affinando i propri mezzi e contando su squadre aggiuntive e supporto aereo. Racconta il comandante Iracà: “In attività ordinaria abbiamo le nostri sedi di servizio con i nostri uomini pronti. Nello specifico, dal 23 giugno a metà settembre inizierà per noi la campagna antincendio boschivo per effetto di una convenzione tra Regione, Corpo forestale, Vigili del fuoco”.

In questa finesta temporale sarà autorizzato il richiamo di squadre aggiuntive di Vigili del fuoco su tutto il territorio: “Su Catania – dice Iracà – avremo 2 squadre di 5 uomini ciascuna in più, una con base alla sede centrale del Comando e l’altra che farà presidio a Ragalna, un avamposto sui paesi etnei. Queste squadre faranno servizio diurno da giugno a settembre”.

“Poi – prosegue Iracà – ci sarà un’ulteriore convenzione firmata da anni e replicata quest’anno tra Prefettura, Città metropolitana e Comando dei Vigili del fuoco. Per effetti di questa convenzione ci sarà una squadra in più di 5 uomini per tutto il mese di agosto con servizio a protezione dell’Oasi del Simeto. Poi noi abbiamo i nostri mezzi che usiamo tradizionalmente, appronteremo anche un supporto aereo con elicotteri e Canadair che generalmente partono da Trapani o da Lamezia”.

Gli incendi a Catania

A occuparsi delle zone boschive in senso stretto è il Corpo forestale, a cui i Vigili del fuoco danno il loro supporto quando serve. La competenza stretta dei Vigili del fuoco è invece quella degli incendi di interfaccia. Spiega Iracà: “Gli incendi di interfaccia sono quelli che minacciano direttamente delle abituazioni, sia rurali che di residenti. Sono quelli ci preoccupano di più perché sono coinvolte persone e animali e questo comporta un’attenzione maggiore”.

Nella provincia di Catania, le zone di maggiore criticità sono quelle con maggiore presenza di boschi, dunque alcune aree del calatino e l’Oasi del Simeto. “L’Etna ci preoccupa relativamente meno – dice Iracà – perché è già tutto bruciato dalla lava”.

La speranza è che siano le persone a comportarsi bene. “Gli incendi – racconta Iracà – avvengono anche per colpa. Magari non per dolo, ma se hai una vegetazione molto secca basta anche una cicca di sigaretta gettata distrattamente a causare un incendio. Magari non è voluto l’incendio, ma comunque l’uomo ha una responsabilità”.

“La mano di chi controlla le previsioni”

Iracà ricorda però la sua esperienza a Messina nel terribile 2023: “Gli incendi, lì come altrove, partivano alle 21 di sera e quando c’era scirocco. È evidente che qualcuno controlla le previsioni per sapere quando c’è il vento più adatto a propagare le fiamme e poi le appicca di notte perché i mezzi aerei non volano con il buio. I Canadair sono di grandissimo supporto per spegnere le fiamme, e dunque quando gli incendi avvengono di notte preoccupano di più”.

Il comandante Iracà ci tiene a sottolineare la collaborazione istituzionale nella prevenzione e nello spegnimento degli incendi a Catania: “Si mette in campo un meccanismo di squadra, con il Corpo forestale e la Protezione civile, ma anche il supporto di altre strutture che non sono deputate a spegnere incendi ma ci danno aiuto. Capita ad esempio di dover riempire le nostre autobotti in zone in cui non c’è accesso ad acqua, e a quel punto spesso intervengono l’Esercito o la Protezione civile. Questa squadra sarà in campo, noi speriamo che non sia necessario attivarla”.


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