Incendio Bellolampo, | Il Cnr: “Il rischio diossina c’è”

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12 Agosto 2012, 10:17

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La quantità di diossina prodotta durante il maxi rogo alla discarica, i consigli per i cittadini e i prossimi interventi degli esperti sulla collina di Bellolampo. Il chimico del CNR Mario Pagliaro, che a Palermo coordina le attività del Polo fotovoltaico della Sicilia, fa il punto sulla situaizone post incendio.

 

Quanta diossina si e’ formata nell’incendio? E oltre alla diossina, c’erano altri prodotti tossici?

La combustione lenta e prolungata in carenza di ossigeno dei rifiuti urbani accumulati da anni produce diossine e furani. Specialmente dagli strati inferiori, la’ dove arriva meno ossigeno. Ma anche una molteplicità di altri composti organici persistenti che oltre a disperdersi nell’atmosfera, vengono assorbiti alla superficie delle micro particelle solide che formano la tipica nube tossica degli incendi delle plastiche. Inoltre, la combustione in carenza di ossigeno produce carbone, come sanno bene i pastori delle Madonie che producevano così il carbone vegetale. Questo materiale carbonioso leggero e’ quasi certamente quello trasportato dal vento nei balconi di molti edifici. Si sono certamente formate quantita rischiose di diossine; piccolissime in termini assoluti (parliamo di femtogrammi per metro cubo di aria) ma rischiose per la salute perche’ si tratta dei composti fra i piu tossici per la salute. Le misure iniziali, che sono quelle sulle quali le autorità adottano i provvedimenti per la salute pubblica, tipicamente si riferiscono a volumi di campionamento limitati. Il risultato sono valori di tossine ridotti. Ma quando il campione analizzato e’ quello campionato estesamente, durante un incendio prolungato come quello di Palermo, ecco che i valori crescono rapidamente.

 

Cosa occorre fare, adesso?

Spento l’incendio in profondità, occorre bonificare l’enorme discarica mettendo in piena sicurezza tutte le vasche esauste come ampiamente previsto dalla normativa nazionale e comunitaria. Ovvero, bisogna coprire i cumuli di rifiuti come pure fu fatto quasi venti anni fa con una delle vasche. Procedendo Quindi a solarizzare la discarica utilizzando la guaina fotovoltaica che sta dando formidabili risultati nella discarica di Roma Malagrotta dove oltre 5 ettari di discarica sono stati felicemente solarizzati. Una soluzione semplice ed efficace che il nuovo presidente della regione potrà estendere a tutte le discariche siciliane.

 

E per la popolazione residente colpita dagli effluvi?

Occorre rispettare integralmente l’ordinanza sindacale che e’ stata emanata su consiglio di noi chimici, in assenza dei dati che sarebbero arrivati in seguito. Niente cibi da prodotti agricoli o da latte ottenuti nelle zone circostanti. Aiutera’ anche lavare le superfici di balconi, vetri e verande con acqua saponata. Infine, occorre monitorare le concentrazioni di diossine e furani nel terreno e nelle acque circostanti per molti mesi a venire.

 

 

 

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12 Agosto 2012, 10:17

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