“Centinaia di viaggi in auto blu” | La Corsello rischia il processo

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24 Aprile 2013, 16:50

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PALERMO – Più di 500 viaggi per un totale di 122.601 chilometri. Tutti percorsi in auto blu e con un autista. La dirigente regionale della Formazione professionale Anna Rosa Corsello rischia di essere processata con l’accusa di peculato. L’auto su cui faceva la spola tra Palermo e Cefalù, casa-lavoro, lavoro-casa – era una macchina di servizio. Anzi, macchine visto che la Corsello aveva a disposizione due Fiat Brava, due Bravo, due Lancia Dedra e cinque Fiat Stilo.

L’accusa di peculato non riguarda solo l’utilizzo dell’auto blu, ma anche le spese per il carburante e i pedaggi addebitati sul telepass dell’amministrazione regionale. I viaggi sono stati effettuati fra il 14 gennaio 2004 e il 23 febbraio 2011 e non rientrerebbero tra quelli consentiti e disciplinati dalla delibera della giunta regionale numero 398 del 1992. L’inchiesta è partita da un esposto, anonimo ma ben dettagliato, spedito in Procura.

La Corsello, oggi al vertice del Dipartimento della Formazione, uno dei più delicati dell’intera pubblica amministrazione, fino al 2008 era in servizio all’Ufficio provinciale del lavoro per poi passare all’Ispettorato regionale. Su di lei pende ora la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e del sostituto Sergio Demontis. Il giudice per l’udienza preliminare deciderà, probabilmente a fine aprile, se mandarla sotto processo o meno.

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La Corsello si difende sostenendo che si è trattato di spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro. Insomma, sempre e comunque all’interno delle esigenze di servizio. Presto si saprà se le sue giustificazioni saranno considerate sufficienti dal giudice.

Chi ha le idee chiare sulla Corsello è il presidente della Regione, Rosario Crocetta, che le ha affidato il delicato incarico di riformare il settore della Formazione professionale e non intende privarsi della sua professionalità: “Perché dovrei rimuoverla? C’è solo una richiesta di rinvio a giudizio. Bisogna rispettate la legge, i magistrati e anche il diritto alla difesa. Non è mai accaduto nella storia mondiale che qualcuno venga rimosso per una richiesta di rinvio a giudizio”.

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24 Aprile 2013, 16:50

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