24 Agosto 2018, 20:51
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Enzo Barba era uno di quei cronisti di scarpe consumate e di polvere smossa dalle suole. Uno continuamente in viaggio, con la fantasia di un bambino, dietro i suoi occhi da uomo. Uno di quelli che tratteggiano l’onore, talvolta nascosto, di un mestiere complicato.
Coltivava il sogno di un tesserino da giornalista, Enzo, per entrare nella cerchia di chi sopravvive in cima a giornate stropicciate con le parole e le immagini delle vite degli altri. I suoi amici della redazione l’hanno ricordato così: “Dolore e straziante lutto nella famiglia de ‘Il Fatto Nisseno. Nel sinistro che si è verificato stamani sulla Ss 626 ha perso la vita Enzo Barba, 44 anni, uno dei cuori de ‘Il Fatto del Vallone’”.
La cronaca, oggi, ha riportato la notizia di una famiglia distrutta, vittima di un incidente stradale all’ingresso della statale 626 Caltanissetta-Gela. I morti sono Salvatore Barba, 75 anni, e i due figli Enzo e Flavia, 27 anni, di Mussomeli. Stavano tornando da un matrimonio a Catania. Secondo la prima ricostruzione, viaggiavano su una Fiat 500 X, che si è scontrata con un camion che procedeva in direzione opposta. E’ stata aperta un’inchiesta.
A margine della tragedia, il dolore di una comunità, la sua genuina vicinanza. “Enzo l’ho incontrato l’ultima volta a una cena di Natale – racconta Ivana Baiunco, giornalista conosciutissima da quelle parti e non solo -. Diceva sempre: ‘Vorrei fare parte della vostra comunità’. ‘Ma tu ne fai parte’, gli rispondevo. E lui: ‘No, no, voi siete veri giornalisti, io no’. Aveva la pratica già pronta per diventare pubblicista. Aveva raccolto gli articoli, tutto il necessario. Lavorava, di giorno, nella cartoleria della famiglia”.
Quella cartoleria, libreria, edicola era l’altra casa dei Barba, un punto di raccolta non solo per comprare il giornale, ma per ricevere in dono quel sorriso caldo che non mancava mai. “Qualche anno fa – racconta il sindaco, Giuseppe Catania – era morta la moglie di Salvatore, la mamma di Flavia e di Enzo. Eppure, loro non avevano perso i sorrisi, la solarità. Certo, avevano sofferto tanto. Erano persone buone, impegnate. Flavia si occupava del coro dei bambini delle parrocchie che cantano per solidarietà. Una ragazza deliziosa. Dopo la morte della mamma, Enzo era stato molto giù, ma aveva avuto la forza di riprendersi”.
Flavia e il suo cuore pulito. Salvatore e il suo coraggio di padre vedovo. Enzo e le sue scarpe impolverate, tutti insieme nella foto della felicità che pubblichiamo. “Un ragazzo semplice e volenteroso – dice Marco Benanti, direttore de ‘Il Fatto Nisseno’ -. Non guardava mai l’orario, era sempre disponibile. Si occupava di tutto, seguiva molto lo sport”. E’ il mestiere duro dei cronisti per amore che vanno a scovare storie e notizie dove la grande comunicazione non c’è, altrimenti non ne sapremmo nulla. Nei campi secchi, dove la felicità ha la forma di un pallone povero, circondato da spalti a picco sotto il sole, ovunque ci sia bisogno di qualcuno che guarda, annota e scrive.
Cose vecchie, cose di uomini e di passione, cose di parole e di persone. Cose antiche, sì. Ma solo chi è profondamente umano può ricevere, dopo le lacrime, la grazia del sorriso.
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24 Agosto 2018, 20:51