21 Ottobre 2024, 06:00
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PALERMO – “Incidenti e sicurezza stradale, la situazione in Sicilia è devastante. Ecco la mappa della pericolosità e cosa stiamo facendo”. Una strage a ogni weekend, fiori sull’asfalto e una voce che non trattiene emozioni e commozione.
Giovanni Teresi è il consulente per la sicurezza stradale dell’assessore alle Infrastrutture Alessandro Aricò, suo figlio Emanuele ha perso la vita in un incidente nel 2009. Ha creato una fondazione e mantiene un filo diretto con gli enti di gestione delle arterie.
In Sicilia quasi quotidianamente si consumano incidenti molto gravi, qual è il quadro che emerge dalle vostre analisi?
“La situazione in sicilia è devastante. L’84% degli incidenti è provocato da un errore umano: la prima causa è l’uso del telefonino, la seconda sono alcol e droga e noi grandi siamo sempre di cattivo esempio. La nuova generazione deve essere indirizzata al rispetto delle leggi e del codice della strada”.
Un anno fa l’assessore Aricò ha annunciato il censimento delle strade maggiormente pericolose. A che punto siete arrivati?
“Abbiamo iniziato la mappatura, attendiamo le amministrazioni che si lamentano ma devono inviare i dati. Servirebbe un portale consultabile e gestito dall’ente proprietario della strada. Se c’è un incidente sempre nello stesso punto, non può dipendere dall’uso dell’acol o dall’uso del cellulare. Magari è un tratto che si presta a un eccesso di velocità, in questo caso serve l’installazione dell’autovelox”.
Quali sono le strade più a rischio in Sicilia?
“Al primo posto ci sono quelle di Palermo, mi dispiace dirlo, il numero degli incidenti è smisurato. Sulla circonvallazione ogni giorno ci sono incidenti gravi. Stesso discorso sulla strada verso Mondello e a Corso dei Mille”.
Fuori Palermo?
“La Palermo – Agrigento, la Palermo-Sciacca, la Castellammare-San Vito. La città di Catania è in una situazione grave”.
Autostrade o arterie urbane, cosa dicono le statistiche sulla gravità?
“Le statistiche portano a dire che gli incidenti gravi e mortali in autostrada sono inferiori a quelli delle statali e provinciali. Il primato è in città, perché c’è la convinzione di non usare la cintura, ad aggirare i sensori delle auto moderne con ganci improvvisati”.
Quali sono le conseguenze?
“Si rischia di morire per l’impatto con l’airbag, senza cintura, con gravi danni ai polmoni o alla colonna vertebrale”.
A Palermo si continua a morire anche per le buche stradali
“Il Comune ha incassato 9 milioni di euro dalle multe. Ho ricevuto massima disponibilità dal comandante della polizia municipale. Bisogna installare dei deterrenti fissi, gli autovelox e iniziare una mappatura delle strade a maggior rischio. Ho proposto una cabina di regia per creare una lista di priorità e coordinare gli interventi”.
Molto spesso, dopo gli incidenti, le arterie non vengono messe in sicurezza, le risulta?
“Sì, ma la macchina che causa l’incidente deve risarcire l’ente per il danno procurato. Non c’è un problema neanche in caso di mancanza di copertura assicurativa, esiste infatti un apposito fondo. Manca un procedimento snello che possa favorire gli interventi con velocità. Urge una norma per i Comuni e le province che hanno questa problematica e non devono aspettare sempre che la Regione Sicilia intervenga”.
Senza interventi immediati, cosa si rischia?
“Se io ho un impatto con una barriera, questa struttura, già sottoposta a un crash test, fa ‘l’effetto vela’ e ammortizza l’impatto. Se questa barriera ha già subito un incidente e non viene riparata nell’immediato, non sarà più idonea. L’immediatezza degli interventi di messa in sicurezza non può dipendere da una imperizia generale”.
Perché continuano gli incidenti mortali sulla Palermo-Sciacca?
“Ho chiamato l’ingegnere Nicola Russo di Anas, il responsabile di quella tratta della Palermo-Sciacca. È necessario installare un autovelox e un sorpassometro, una telecamera che individua le macchine che vanno oltre la striscia continua”.
Ma Anas è già dotata di telecamere, in molte autostrade, cosa manca?
“Il primo tratto è il più pericoloso della Palermo-Sciacca. Ci sono delle telecamere di Anas e un funzionario di Anas è come un funzionario di polizia stradale. La visione di queste telecamere è fatta dall’Anas, servirebbe un accordo quadro con la polizia stradale, per le multe e gli interventi immediati”.
Spesso si interviene solo dopo fatti gravi, l’assessore Aricò aveva annunciato misure di prevenzione, cosa avete fatto?
“Abbiamo fatto attività nelle scuole, incontrando i ragazzi. Stiamo portando avanti un progetto in fase di definizione, in alcune zone a maggior rischio verrà dato un alcol test salivare e per sensibilizzare i giovani a verificare in che condizioni si trovano. Anche per far capire agli altri amici del guidatore, se sono disposti a mettersi in macchina insieme. Quello che dico è che è meglio che torni a casa un figlio senza patente, che una patente senza un figlio”.
E a questo punto pensa alla tragedia capitata a suo figlio
“Sì, Emanuele non era alla guida della macchina, era un passeggero. Ho fatto una fondazione e continuo a fare molte cose in nome suo, vado nelle scuole. Non saprò mai se riescirò a salvare una vita ma ci metto il cuore e il tema della sicurezza stradale dovrebbe essere di tutti, senza barriere di partito”.
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21 Ottobre 2024, 06:00