Indagini sul sequestro di cocaina |Una pista porta al clan Cappello

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25 Febbraio 2015, 16:52

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CATANIA – Trasformare l’auto in cassaforte e lo scooter Honda SH 300 in nascondiglio della cocaina non ha funzionato. I carabinieri, infatti, ieri pomeriggio hanno fatto irruzione nel garage a San Cristoforo di Mario Cambria e dopo un’attenta perquisizione hanno trovato due pietre di cocaina del peso di 117 grammi, mentre 23 grammi erano già stati trasformati in polvere pronta da vendere. Un “tesoro” che avrebbe fruttato a Mario Carmelo Cambria un gruzzolletto di oltre 60 mila euro secondo le stime dei militari.

I contanti, così come lo stupefacente, sono stati sequestrati. I 15 mila euro da dove provengono? Sono gli incassi dello spaccio oppure servivano per pagare una partita di cocaina? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che gli inquirenti stanno cercando di chiarire: l’indagine infatti non si è fermata con il sequestro e l’arresto di Cambria, che era ai domiciliari. Il 28enne era finito in manette, sempre per droga, lo scorso settembre.

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I legami di parentela dell’indagato portano al nome di un presunto affiliato del clan Cappello: Andrea Cambria fu arrestato dalla polizia nel corso dell’operazione Fort Apache. L’inchiesta coordinata dal pm Rocco Liguori aveva svelato che secondo un accordo ben preciso Santapaola, Cappello e Cursoti si erano divisi una piazza di spaccio di Librino dove si smerciava cocaina e eroina.

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25 Febbraio 2015, 16:52

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