18 Febbraio 2014, 06:15
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PALERMO – “Sono sconvolto. È finito tutto. È finito tutto”. Vincenzo Palermo ripete la frase mentre se ne se sta in via Ammiraglio Gravina con il naso all’insù. Guarda le finestre al primo piano del civico 75.
Il verde-oro si distingue ancora, nonostante il fumo abbia annerito quasi tutto. Stavolta la saudade non viene fuori dalle note della musica brasiliana. Sono le pareti annerite a trasmettere malinconia. Dentro è ancora peggio. Dell’associazione culturale “Fala Brasil” nulla è rimato. Sabato sera le fiamme si sono sprigionate dal quadro elettrico ed hanno investito l’appartamento. Dentro c’erano una cinquantina di persone. La gente è scappata dalla finestra. Tanta paura, dieci intossicati.
“Quello che conta è che non si sia consumata una tragedia – dice il musicista -. E’ finito tutto. Le fiamme hanno devastato tutto”. Palco, sedie, strumenti faticosamente accumulati nei tanti viaggi in Brasile terra di cui Palermo era rimasto affascinato. Faceva l’avvocato, e pure in maniera brillante, ma scelse di seguire il cuore. E il cuore lo portò nella terra il cui coloro simbolo è il verde oro. Sabato sera l’incendio e la paura.
Ieri Palermo è stato convocato dalla polizia che gli ha chiesto la licenza, la documentazione dell’associazione culturale e l’elenco dei tesserati. L’obiettivo è controllare che fosse tutto in regola. Che l’associazione non stesse ospitando una serata da ballo non autorizzata come spesso accade da altre parti in città. Sul punto Palermo, che si sta facendo assistere dall’avvocato Mauro Torti, spiega che “era una festa di compleanno di un nostro socio. Una serata con biglietti a invito e un contributo volontario”. Nessun ingresso a pagamento, ma un’offerta libera: “Non so neppure quanti soldi erano stati raccolti. La cassetta per i contributi è andata distrutta. Come tutto il resto”.
Insomma, nessuna festa da ballo fuorilegge e sul punto Palermo si dice sereno: “La nostra è un’associazione culturale. Facciamo solo feste private. L’ho già detto alla polizia. Qualora dovesse emergere, ma lo escludo, che abbiamo commesso qualche errore in passato, io sono qua, non scappo mica”.
Una cosa è certa: Vincenzo Palermo non ha alcuna intenzione di mollare il suo sogno di musicista, “l’unico – dice con una punta di orgoglio – che ha creato un’associazione dove gli amici possono stare assieme”. Ricomincerà, ci riproverò, ma non da via Ammiraglio Gravina dove “non c’è più nulla da salvare”.
Mentre guarda i resti del suo sogno andato letteralmente in fumo, mentre sistema le garze ai polsi bendati per le bruciature di sabato notte, passa qualcuno in macchina e si ferma. E’ una coppia. L’uomo chiede notizie di qualcosa che è rimato dentro la casa. Sabato sera c’era pure lui, e racconta: “Sembrava una cosa da niente. Stavano spegnendo il piccolo incendio con l’estintore. Ed invece le fiamme ci hanno investito. Panico. Siamo scappati. Poteva andare peggio”.
Una ricostruzione che regge con quella fornita da Palermo: “C’è stato un black out. Avevamo riacceso la luce, è abbiamo visto la fiammata. In pochi secondi il rogo si è propagato”. Saranno gli esperti dei vigili del fuoco a stabilire cosa sia realmente accaduto nell’appartamento al civico 75 di via Ammiraglio Gravina. Naturalmente si parte dall’impianto elettrico della casa che Palermo aveva preso in affitto, ormai da quattordici anni, per trasformarla in un angolo di Brasile. Sul maglione il musicista ha cucito una piccola bandiera. Verde-oro, naturalmente.
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18 Febbraio 2014, 06:15