“Io, manifestante in gattabuia|nella civilissima Bruxelles”

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24 Giugno 2011, 11:48

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Arresti “preventivi” nella civilissima Europa. E’ quanto accaduto a Elisabetta C., studentessa palermitana in trasferta in Belgio che ha passato 8 ore in una cella di sicurezza a Bruxelles, rilasciata solo ieri notte attorno a mezzanotte. La sua colpa? Quella di aver preso parte a delle manifestazioni di protesta giovanile a Bruxelles dove, in questi giorni, si decide il futuro economico e finanziario dell’Unione Europea.

“In Belgio, sulla scia delle proteste degli ‘indignados’ spagnoli, si sono svolte diverse assemblee popolari nei quartieri – racconta Elisabetta C., 27 anni – tutte controllate a vista dalla polizia che non è mai intervenuta, tranne domenica scorsa quando è stata organizzata una manifestazione nei pressi della sede della Commissione Europea e qualcuno ha preso percorsi non autorizzati”. Le manifestazioni di cui parla la studentessa sono legate alle decisioni che le istituzioni europee stanno prendendo sui piani di austerity, proteste che hanno visto anche il sostegno di lavoratori, sindacati e giovani.

“Ieri mattina c’è stata una piccola manifestazione, con una ventina di persone, di fronte al Parlamento europeo. Alcune persone si sono avvicinate ai cancelli d’ingresso del parlamento ma la polizia ha subito sgomberato senza, però, usare violenza. Insomma, non c’è stata alcuna tensione”.

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Conclusa la manifestazione, ognuno è andato per la sua strada. Elisabetta, con suo fratello, è andata verso il centro per prendere un caffè. Ma, mentre attendevano l’autobus per tornare a casa (“dovevamo andare a fare la spesa”) una camionetta della polizia belga si è fermata sgommando alla punta della strada e gli agenti sono scesi di corsa. “E’ lei” avrebbero detto alla ragazza avvicinandosi di corsa. “Voi fate parte di questi” hanno detto gli agenti rivolti a Elisabetta e suo fratello. In particolare, uno di questi, avrebbe detto: “Ti ho visto domenica, ti ho visto in tv”. Ed Elisabetta spiega come qualche giorno prima sia stata intervistata da un emittente locale che ha raccolto le voci di giovani spagnoli, francesi e anche italiani, “così mi hanno fatto qualche domanda”. Mentre al fratello, l’arresto sarebbe stato giustificato dal fatto che c’era un importante summit in corso e – con una traduzione sintetica dal francese – “non volevano che facessimo bordello”.

Così i due sono stati portati in centrale, identificati e rinchiusi in una cella di sicurezza. “A quel punto abbiamo chiesto: ‘ma quando avete intenzione di rilasciarci?’. La risposta è stata: ‘Appena finisce il summit’. Ma la cosa curiosa è che, in una delle assemblee dei giorni precedenti, avevamo deciso di non fare nulla quel giorno”. Poi ieri, attorno a mezzanotte Elisabetta e suo fratello sono stati liberati. Un caso diplomatico in nuce, visto che il consolato italiano è stato informato dei fatti. “Sono qui per studiare – conclude Elisabetta – mi interessa capire le cose, ho seguito questo movimento che ha una portata internazionale e che chiede una nuova politica, non solo per la Spagna o per il Belgio, ma anche per l’Italia”.

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24 Giugno 2011, 11:48

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