“Io, nella galleria della morte | E il pensiero a quella bimba…”

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30 Marzo 2014, 12:02

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Antonio Lo Verde è un collega, un giornalista finito dentro la notizia di cronaca che ha sconvolto ieri tanti siciliani. Era sul pullman che si è schiantato sulle auto coinvolte nel tragico incidente di ieri sull’autostrada Palermo-Messina. Riceviamo e pubblichiamo il racconto di quei minuti, la paura, il sollievo per essere scampato a un pericolo evidente. E i minuti tremendi dell’arrivo dei feriti e dei cadaveri in ospedale.

“Testimone, e non vittima, di una strage della strada che ti lascia ferite profonde nell’animo. Così mi sento, oggi, a distanza di poche ore da quel terribile incidente nella galleria Battaglia della Messina-Palermo. Ero a bordo dell’autobus di colore rosso che è sopraggiunto alle auto già incidentate e finite contro quell’autocompattore diventato diaframma in galleria. Ero in viaggio assieme alla mia compagna ed a tanti passeggeri provenienti da Messina.

Ho capito immediatamente che la morte attendeva qualcuno in quella galleria. Ho sentito e visto scivolare sull’olio di cui era cosparso il manto stradale il nostro pullman. Inesorabile lo scontro con i mezzi già fermi dentro. Ho sentito grida ed ho potuto solo abbracciare la mia ragazza per attenuare l’impatto di lei che mi farà padre tra due mesi.

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Poi, ricordo il vetro del bus che si spaccava per lo scontro e tante voci terrorizzate. Il coraggio dell’autista della Sais che ci aveva salvati tutti e la sua preoccupazione per chi era rimasto sotto il suo mezzo. Da lì la corsa per uscire da quel bus, temendo un incendio, e poi la sensazione di libertà uscendo dalla galleria. Poi cento chiamate al 118 da parte di tutti noi passeggeri. L’arrivo della prima pattuglia della Polizia Stradale e la forza di alcuni passeggeri nell’aiutare chi stava dentro le auto fracassate. Il resto è cronaca terrificante.

Una famiglia distrutta e un ragazzo di 26 anni morto sul lavoro. Un povero bimbo, Antonino, sopravvissuto e ferito, trasportato di corsa in Elisoccorso. Due anziani feriti gravemente. Ho lasciato per primo il luogo dell’incidente grazie all’agente di Polizia, Fiduccia del commissariato di Cefalù, che ha voluto accompagnare me e la mia compagna incinta all’ospedale di San Raffaele per controlli precauzionali.

Ma lì nel nosocomio ho visto arrivare i feriti e poi cadaveri. Lo shock nel sentire che c’era anche una bimba tra i morti, Anna, di otto anni. La tristezza che mi assaliva quando gli infermieri cercavano un vestitino per bambina per comporre la salma di Anna. E poi il pensiero fisso a quel bimbo, Antonino, che mi tiene bloccata la mente anche adesso. La voglia di andarlo a trovare all’ospedale Di Cristina dov’è ricoverato e l’immedesimaziome mia per la sua sfortunata vita. Ora spero di poterlo aiutare, anche con un sorriso. Prego Iddio perché gli dia tutta la forza per vivere e crescere anche senza gli affetti dei suoi genitori e della sorellina”.

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30 Marzo 2014, 12:02

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