"Io, nella galleria della morte | E il pensiero a quella bimba..." - Live Sicilia

“Io, nella galleria della morte | E il pensiero a quella bimba…”

di ANTONIO LO VERDE - "Ero sul pullman che si è schiantato contro le auto. Ho capito immediatamente che lì la morte attendeva qualcuno. Ricordo l'impatto. E di avere stretto la mia compagna. Le grida. E in ospedale, i medici che cercavano un vestitino per la bambina morta".

LA testimonianza
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Antonio Lo Verde è un collega, un giornalista finito dentro la notizia di cronaca che ha sconvolto ieri tanti siciliani. Era sul pullman che si è schiantato sulle auto coinvolte nel tragico incidente di ieri sull’autostrada Palermo-Messina. Riceviamo e pubblichiamo il racconto di quei minuti, la paura, il sollievo per essere scampato a un pericolo evidente. E i minuti tremendi dell’arrivo dei feriti e dei cadaveri in ospedale.

“Testimone, e non vittima, di una strage della strada che ti lascia ferite profonde nell’animo. Così mi sento, oggi, a distanza di poche ore da quel terribile incidente nella galleria Battaglia della Messina-Palermo. Ero a bordo dell’autobus di colore rosso che è sopraggiunto alle auto già incidentate e finite contro quell’autocompattore diventato diaframma in galleria. Ero in viaggio assieme alla mia compagna ed a tanti passeggeri provenienti da Messina.

Ho capito immediatamente che la morte attendeva qualcuno in quella galleria. Ho sentito e visto scivolare sull’olio di cui era cosparso il manto stradale il nostro pullman. Inesorabile lo scontro con i mezzi già fermi dentro. Ho sentito grida ed ho potuto solo abbracciare la mia ragazza per attenuare l’impatto di lei che mi farà padre tra due mesi.

Poi, ricordo il vetro del bus che si spaccava per lo scontro e tante voci terrorizzate. Il coraggio dell’autista della Sais che ci aveva salvati tutti e la sua preoccupazione per chi era rimasto sotto il suo mezzo. Da lì la corsa per uscire da quel bus, temendo un incendio, e poi la sensazione di libertà uscendo dalla galleria. Poi cento chiamate al 118 da parte di tutti noi passeggeri. L’arrivo della prima pattuglia della Polizia Stradale e la forza di alcuni passeggeri nell’aiutare chi stava dentro le auto fracassate. Il resto è cronaca terrificante.

Una famiglia distrutta e un ragazzo di 26 anni morto sul lavoro. Un povero bimbo, Antonino, sopravvissuto e ferito, trasportato di corsa in Elisoccorso. Due anziani feriti gravemente. Ho lasciato per primo il luogo dell’incidente grazie all’agente di Polizia, Fiduccia del commissariato di Cefalù, che ha voluto accompagnare me e la mia compagna incinta all’ospedale di San Raffaele per controlli precauzionali.

Ma lì nel nosocomio ho visto arrivare i feriti e poi cadaveri. Lo shock nel sentire che c’era anche una bimba tra i morti, Anna, di otto anni. La tristezza che mi assaliva quando gli infermieri cercavano un vestitino per bambina per comporre la salma di Anna. E poi il pensiero fisso a quel bimbo, Antonino, che mi tiene bloccata la mente anche adesso. La voglia di andarlo a trovare all’ospedale Di Cristina dov’è ricoverato e l’immedesimaziome mia per la sua sfortunata vita. Ora spero di poterlo aiutare, anche con un sorriso. Prego Iddio perché gli dia tutta la forza per vivere e crescere anche senza gli affetti dei suoi genitori e della sorellina”.


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