PALERMO – Sono a rischio i dieci dipendenti dell’Istituto superiore di giornalismo, fondazione con sede a Palermo finanziata dalla Regione ma ormai da tempo alle prese con problemi economici e non solo. Il taglio della tabella H ha infatti comportato la perdita del contributo di circa un milione di euro che veniva erogato ogni anno e l’istituto, ad oggi, conta su appena 269 mila euro dei fondi per la formazione che potranno coprire le attività da qui a giugno. Da luglio, invece, il pericolo è il licenziamento.
L’istituto, finora, si è limitato a organizzare i corsi di formazione permanente per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti con personaggi di prestigio come Paolo Mieli e il presidente Del Boca. “Ne stiamo organizzando altri con Massimo Caputi ed Enrico Mentana – dice il presidente Sebastiano Roccaro – questi personaggi non vengono mica gratis, ma noi puntiamo sulla qualità”. A conti fatti, per mantenere l’istituto servirebbe almeno mezzo milione l’anno che però ad oggi non c’è. “Abbiamo chiesto alla Regione di poter spendere i soldi nel corso dell’anno, invece dovremo farlo entro giugno – continua Roccaro – il problema è della politica, io finora non ho incassato un centesimo di quanto mi spetterebbe e ho addirittura fatto una fideiussione per i contributi dei dipendenti a mio nome”.
I lavoratori sono tutti a tempo indeterminato e fino allo scorso gennaio sono stati in aspettativa volontaria non retribuita. Il loro costo annuo ammonta a poco più di 300 mila euro, cui aggiungere i mille euro al mese di affitto di via Briuccia (visto che la storica sede di via Maqueda è inagibile ed è stata da poco svaligiata perfino dei mobili) e i compensi del cda che si aggirano sugli 80 mila euro, visto che l’Ordine dei giornalisti si è rifiutato di nominare il terzo componente entrando in polemica con l’istituto. “Non mi posso sostituire alla Regione, tutti sono in difficoltà e l’istituto ne risente – spiega il presidente – non ho ricevuto un centesimo dei 3.500 euro al mese che mi spetterebbero e mi sono speso per i dipendenti, nessun presidente lo aveva fatto. Se da luglio avremo i finanziamenti bene, altrimenti serve una soluzione transitoria”.
I sindacati però sono sul piede di guerra. Oggi hanno incontrato il cda e la loro posizione non è certo conciliante. “Il presidente Roccaro è espressione di questa politica ed è compito suo intraprendere iniziative finalizzate alla risoluzione strutturale della problematica dei dipendenti dell’Istituto superiore di giornalismo, che ormai da diversi anni continuano a vivere una situazione lavorativa, e conseguentemente familiare, totalmente disastrosa – dice Salvo Barone del sindacato Asia – non è accettabile che su un finanziamento complessivo allo stato attuale di 300.000 euro, almeno 100 di questi soldi vengono utilizzati per l’indennità del Consiglio di Amministrazione: delle due l’una, o la Regione attiva un meccanismo serio e risolutivo che ponga fine a questa vertenza oppure il presidente Roccaro, piuttosto che ipotizzare soluzioni ulteriormente tampone, consegni nuovamente nelle mani di Crocetta l’Istituto superiore di giornalismo rassegnando le proprie dimissioni, senza ipotizzare minimamente percorsi che ledano ulteriormente la dignità lavorativa di questi dipendenti. Resta il fatto che sia i lavoratori rappresentati dal sindacato Asia che il Consiglio di Amministrazione, in questo momento, devono attivarsi parallelamente affinché si realizzi immediatamente un incontro con la parte politica e tecnica del governo regionale, affinché si possa risolvere entro il 30 giugno la vertenza in questione e che si possano definitivamente strutturare le attività all’interno dell’istituto superiore di giornalismo”.
