La battaglia di legalità di Antoci: |"Non arretreremo di un passo" - Live Sicilia

La battaglia di legalità di Antoci: |”Non arretreremo di un passo”

Nonostante le minacce, il presidente pone le basi per una gestione trasparente dell'ente e dei fondi europei anche a Catania.

parco dei nebrodi
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Il protocollo

CATANIA – “Noi abbiamo messo un punto, ora si va a capo con le persone perbene”. Queste le parole del Presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, vittima di un agguato mafioso la notte del 17 maggio scorso, in Prefettura a Catania per firmare il protocollo di legalità con i comuni del catanese che aderiscono all’ente parco dei Nebrodi che sono Randazzo, Bronte e Maniace. Presenti all’incontro per la sottoscrizione oltre al Prefetto Guia Federico ed al Presidente del parco Giuseppe Antoci, il delegato dell’assessorato all’agricoltura regionale Giovanni Sutera, il delegato dell’assessorato regionale al territorio ed ambiente Giovanni Gubernale, il sindaco di Randazzo Michele Mangione, l’ assessore all’ambiente del comune di Bronte Antonio Currao e l’assessore all’ambiente del comune di Maniace Costantino Musarra, assente per motivi istituzionali il presidente Rosario Crocetta primo firmatario del protocollo. Non sono mancati all’importante incontro il comandante della Guardia di Finanza Roberto Manna, il comandante dei Carabinieri Francesco Gargano e il capo della Direzione Investigativa Antimafia etnea Renato Panvino.

un momento dell'incontro in Prefettura

Il protocollo di legalità consiste nell’impegno del Prefetto di Catania e i firmatari del documento ad operare tutte le azioni utili per garantire la correttezza, la trasparenza, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa, in modo da prevenire e combattere il fenomeno delle infiltrazioni mafiose nell’ambito della gestione del patrimonio immobiliare delle amministrazioni firmatarie. “Il tema, soprattutto della conduzione dei fondi europei, legati alla gestione dei pascoli e tutto quello che ruota attorno a questo, reati di macellazione clandestina, gli abigeati (il furto di bestiame) insomma tutto questo è un unicum che riguarda la problematica nel suo complesso – dichiara Giuseppe Antoci – i Prefetti della Sicilia hanno firmato il protocollo, oggi a Catania, ma questo non basta. Come dimostrato dai recenti studi dell’OLAF (l’ufficio europeo per la lotta antifrode) il fenomeno non riguarda solo la Sicilia, ma è diffuso in diverse regione d’Italia – continua Antoci – e con l’ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio si sta lavorando ad una norma nazionale e questo protocollo siciliano, speriamo diventi il simbolo di legalità a livello nazionale. – prosegue Antoci. Se in Sicilia la programmazione dei fondi europei si stanzia sui 5 miliardi di euro, a livello nazionale, parliamo di 50 miliardi di euro. Noi pensiamo, anzi siamo certi che le mafie in generale non sono rimaste a guardare anche in altre regioni del Paese e questa giornata serve come segnale di legalità. Se qualcuno pensa che possiamo fare qualche passo indietro, ecco, a Catania oggi abbiamo dimostrato di no”.


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