12 Giugno 2020, 08:52
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PALERMO – C’erano settanta mila euro nella cassetta sicurezza. Soldi di Fabio Damiani, l’ex potente manager della sanità arrestato per corruzione.
È stato lo stesso Damiani a consegnare la chiave ai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria al momento del blitz.
Il denaro, custodito in banca assieme a dei gioielli, non è stato sequestrato perché nel frattempo gli investigatori hanno trovato su un conto corrente i soldi necessari per raggiungere la cifra delle mazzette che sarebbero state pagate fino al momento dell’arresto. Complessivamente sono stati bloccati 160 mila euro.
Ma sul denaro della cassetta di sicurezza si indaga ancora visto che l’ipotesi è che le tangenti promesse e forse pagate dagli imprenditori per vincere gli appalti della sanità siciliana ammonterebbero a un milione e seicento mila euro.
È uno dei tanti segreti da svelare nel groviglio di interessi scoperto dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini. Così resta da individuare il Nas, il sistema di archiviazione dove Damiani e Salvatore Manganaro, considerato il suo faccendiere di riferimento, avrebbero conservato dati e contabilità delle gare. Una sorta di mappa della corruzione.
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12 Giugno 2020, 08:52