La corsa al potere all’ombra di Giuffrè

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17 Giugno 2011, 10:25

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  Il blitz che ha permesso ai carabinieri di mettere ancora una volta le mani sulla mafia di Caccamo e Termini Imerese ha un nome in codice suggestivo “Camaleonte 3”. Camaleontica è l’attività di Cosa nostra, capace di fare i suoi affari e di inabissarsi al momento opportuno. E su cosa, esattamente,  hanno messo le mani i militari dell’Arma? La sostanza del blitz in un denso comunicato. Grazie all’attività investigativa è stato possibile “ricostruire una serie di estorsioni commesse tra il 2004 e il 2007 nell’area termitana dalla locale consorteria mafiosa che stava cercando proprio in quel periodo nuovi equilibri, dopo lo storico pentimento di Giuffrè”. Insomma, un tentativo di riassestamento dopo l’arresto del patriarca mafioso. Così è anche stato raggiunto un altro obiettivo: “Infliggere un nuovo colpo a una delle principali fonti di reddito dell’organizzazione mafiosa costituita dalle estorsioni, peraltro in un’area già fortemente penalizzata dalla crisi economica e esortare gli imprenditori a denunciare tali vessazioni e collaborare con l’Autorità Giudiziaria e le Forze di Polizia (molti imprenditori hanno avuto infatti il coraggio di denunciare mentre altri sono stati indagati per favoreggiamento)”.

L’indagine ha avuto impulsi importanti grazie alle dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia, Fabrizio Iannolino e Francesco Balistreri. “Muovendo dai dati delle precedenti investigazioni, che avevano consentito un capillare e continuo monitoraggio della zona, eseguite attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali – scrivono i carabinieri – servizi di osservazione e indicazioni ricavabili da soggetti già inseriti nel citato sodalizio criminale, emergevano numerose estorsioni”.

La storia criminale della zona
“II vuoto di potere mafioso determinato dall’ondata di arresti di capi e gregari che ha fatto seguito alle collaborazioni di Antonino Giuffrè e di Carmela Rosalia Iuculano, ha generato molta confusione sia al vertice delle diverse zone che nel sistema delle alleanze, con l’accavallarsi di soggetti che si sono proposti sulla scena, forti di più “titolati” appoggi. E’ in questo contesto che opera e si impone, alla fine del 2004 e quasi per tutto il 2005, un soggetto inedito fino a quel momento nel panorama mafioso termitano, Fabrizio Iannolino, titolare del bar Stancampiano di Palermo vicino alla stazione centrale. Iannolino (che è di Termini, ndr) riceve l’incarico di riorganizzare l’attività estorsiva di Cosa nostra sul territorio di Termini lmerese e Trabia direttamente da Benedetto Graviano, capo della famiglia mafiosa di Brancaccio insieme ai fratelli Filippo e Giuseppe. Graviano incarica Iannolino di mettere ordine nei territori di Termini Imerese e Trabia. Verso la fine del 2004, a Termini Imerese è presente un personaggio legato a Cosa nostra, Santi Balsamo, già condannato in via definitiva per mafia, mentre a Trabia opera un gruppo di soggetti capeggiati da Salvatore La Barbera, imprenditore legato a Cosa nostra, anch’egli già condannato. L’incarico che Graviano affida ad Iannolino è quello di mettere ordine nella zona, scalzando Balsamo e La Barbera, cosa che gli riesce, sia pure con qualche difficoltà. Iannolino si serve di due fidati palermitani, Alfonso Riccio e Francesco Paolo Balistreri, che mettono insieme un gruppo tra cui figurano le persone arrestate oggi: Cosimo Serio, Leonardo Monastero, Paolotto Piazza, Agostino Scarcipino Pattarello; mentre utilizza il gruppo di persone facente capo a La Barbera, già attivo a Trabia. Dal mese di novembre 2004, quindi, Iannolino inizia la sua attività criminale riorganizzando il settore delle estorsioni”.

L’operazione Camaleonte
“Le precedenti indagini culminate anche in arresti in flagranza di reati di danneggiamento ed altro, hanno permesso però l’accertamento solo di alcune estorsioni commesse, mentre per diverse e molteplici attività estorsive, pur essendoci in molte conversazioni intercettate indizi a carico degli odierni indagati, non si raggiungevano riscontri tali da poterle contestare anche per l’omertà che caratterizzava il comportamento degli imprenditori taglieggiati i quali, per paura o semplicemente per quieto vivere, evitavano accuratamente di denunciare. In seguito, però, questo materiale probatorio concernente diversi delitti estorsivi veniva arricchito sia dall’apporto delle dichiarazioni di Balistreri che di Iannolino”.

L’elenco delle estorsioni
Termini Imerese e Palermo tra la fine del 2004 e inizi del 2005 estorsione in danno di RINAUDO Benedetto Rinaudo amministratore ditta “Trinacria di Belmonte Società Cooperativa con sede a Belmonte Mezzagno.

Trabia dicembre 2004 estorsione nei confronti della ditta individuale Francesco Tripoli di Bagheria.

Trabia gennaio 2005 fino al giugno 2005 estorsione nei confronti della ditta individuale Francesco Tripoli.

Termini Imerese e Trabia dal gennaio 2005 fino a giugno 2005 estorsione nei confronti di Francesco Buttitta titolare della “Cava Giardinello” di Trabia.

Termini Imerese e Palermo dal gennaio 2005 fini ad aprile 2005 estorsione nei confronti di Giuseppe Cacicia e Paolo Naso gestori del circolo privato “Interios” di Caccamo.

Termini Imerese e Palermo tra la fine del 2004 e primi mesi del 2005, estorsione nei confronti di Calogero Marino, presidente della “Mare Sud” di Trabia.

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