23 Settembre 2016, 05:43
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PALERMO – Un dossier zeppo di fatti e nomi. Rosario Basile, patron di Ksm, lo consegnò ai pm per sostenere di essere stato vittima di una tentata estorsione. Avrebbe provato a screditare la donna che lo ha portato in Tribunale per fargli riconoscere il figlio nato dalla loro relazione.
Nel dossier, che Basile consegnò ai magistrati per suffragare la tesi di essere rimasto vittima di una tentata estorsione, l’imprenditore condensò notizie acquisite direttamente o apprese da altri. La “licenziosa condotta sessuale” della donna, così la definiva, lo spinse a non credere che il figlio fosse suo. Con la mamma del bimbo aveva avuto rapporti sempre protetti e alla luce dei suoi 74 anni nutriva più di un dubbio. Il medico legale incaricato dal Tribunale civile sostiene, invece, che il figlio sia suo al 99,9 per cento. Si attende la decisione del giudice. “Una decisione che accetterò”, ha detto Basile nel corso dell’interrogatorio di garanzia, in cui si è in sostanza definito vittima di un complotto.
In questi mesi i carabinieri hanno lavorato per riscontrate le informazioni raccolte nel memorandum dall’imprenditore che si trova agli arresti e domiciliari e a cui il giudice ha interdetto “l’esercizio delle attività imprenditoriali” e vietato ”di ricoprire uffici direttivi” nelle aziende del suo gruppo.
Basile ha raccontato di avere saputo dalla donna dei suoi precedenti fidanzamenti con un onorevole e con il figlio di un capomafia. Circostanze confermate dai diretti interessati. Non ci sono riscontri, invece, sulle confidenze che Basile avrebbe ricevuto da un suo dipendente. A cominciare dalla partecipazione della ragazza, “sia prima che dopo il periodo in cui ci siamo frequentati”a festini a sfondo erotico”. Dallo stesso dipendente disse di avere saputo “che la donna avrebbe girato alcuni filmini pornografici in compagnia della sorella utilizzando un nickname”. Filmini pubblicati su un sito specializzato. I gestori del sito convocati dai carabinieri hanno smentito l’esistenza dei video e del soprannome utilizzato.
Ed ancora Basile avrebbe saputo dell’abitudine della donna di “organizzare orge con persone del bel mondo prostituendosi e inducendo altre sue amiche a farlo ricavandone denaro e favori”. Anche a un altro dipendente licenziato la Ksm contestò di avere utilizzato la barca di Basile ormeggiata nel porticciolo di Villa Igiea per i suoi incontri sessuali.
Una delle volte in cui la donna si presentò negli uffici della Ksm per cercare di fare valere le proprie ragioni un dirigente le mostrò la fotocopia di una fotografia che la ritraeva nuda. Anche lo scatto, secondo l’accusa, sarebbe stato utilizzato per screditare la dipendente e farle capire che era meglio abbandonare la volontà di obbligare l’imprenditore a riconoscere il bimbo.
È stato il dipendente-informatore di Basile, però, a “tradirlo”. Lo scatto fotografico incriminato doveva fare parte di un book che il collega le stava preparando nella speranza che potesse servire per aprire alal donna le porte dello spettacolo: “In occasione di una visita fatta dall’avvocato Basile presso la mia villa mi chiese di vedere queste foto delle quali era venuto a conoscenza… con un escamotage e approfittando di una mia distrazione si appropriò di un paio di queste fotografie”.
Nel corso dell’interrogatorio Basile si è difeso contrattaccando: per quale motivo avrebbe avuto di presentare ai pm un memorandum che sapeva essere falso?
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23 Settembre 2016, 05:43