L’Ance: “La gente muore di fame |ma la burocrazia blocca tutto”

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03 Aprile 2020, 10:51

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PALERMO – “I poteri legislativo ed esecutivo alla Regione hanno giustamente e meritoriamente adottato provvedimenti urgenti per affrontare l’emergenza sanitaria ed economico-sociale provocata dall’epidemia del Covid-19, ma nonostante la gente stia morendo di fame, anche in questo caso il potere burocratico non si vergogna di bloccare tutto”. E’ la denuncia di Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, che si riferisce agli atti con i quali il governo regionale ha indicato la necessità di pagare alle imprese tutti i lavori finora eseguiti e di mettere in gara tutti gli investimenti disponibili in infrastrutture.

Cutrone segnala che invece “la burocrazia negli assessorati è impegnata ad eseguire la verifica dei residui di bilancio, cosa che avrebbe dovuto fare a gennaio, e ha messo da parte tutto il resto”, che “anche molti enti locali, per altri motivi, stanno ritardando i pagamenti alle imprese”, e che “tutte le stazioni appaltanti, tranne qualche rara eccezione, proprio utilizzando la scusa del coronavirus hanno posticipato la pubblicazione dei bandi di gara a data da destinarsi”. “In questa situazione rinviare le tasse e le rate e mettere il personale in cassa integrazione non basta per superare la crisi e ripartire dopo la rimozione del blocco – afferma Santo Cutrone – . Lasciandole senza liquidità per fornitori e gestione minima e senza cantieri, la burocrazia condanna tutte le imprese del settore costruzioni a morte certa”.

Il presidente di Ance Sicilia ritiene “urgente, da parte del governo regionale e dell’Ars, un intervento veramente incisivo, una moratoria sulla burocrazia, che renda snello e veloce ogni passaggio amministrativo, nonché la costituzione di una task force che si occupi di sbloccare subito tutto ciò che serve alle imprese edili, dai pagamenti ai bandi di gara”. “E da parte del governo Musumeci – conclude Cutrone – ci aspettiamo anche una strategia chiara per il futuro della nostra Isola: quali programmi, quali risorse finanziarie e quali strutture operative intenda mettere in campo, una volta superata l’emergenza, per ricostruire e rilanciare il tessuto produttivo”.

La Cgil: edilizia ferma

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Edilizia ferma a Palermo, con lo stop di tutti i grandi appalti deciso per il coronavirus. E 3 mila operai edili in cassa integrazione. “Dopo questa fase, si riparta velocemente per rimettere in moto il settore con investimenti mirati, anche nel campo dell’edilizia green e della rigenerazione urbana, come da tempo chiediamo”, dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo. Suona l’allarme per il settore edile palermitano. I grandi cantieri si sono tutti quanti fermi per l’epidemia. “Quasi il 90 per cento dei cantieri è fermo. Ad oggi sono pervenute più di 500 richieste da parte di aziende per un totale di 2.500 operai e circa 500 impiegati. Siamo nell’ordine di 3 mila lavoratori edili interessati alla cassa integrazione”, aggiunge Ceraulo. Per l’anello ferroviario, si sarebbe dovuta riaprire al traffico una parte della via Emerico Amari, con cambiamenti di sensi unici nelle vie circostanti, ma il cronoprogramma è stato rivisto. Fermi anche il raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Castelbuono e il tratto stradale Bolognetta-Lercara sulla Palermo-Agrigento, così come stop non solo per il Passante ferroviario, con la sospensione delle attività in corso della Sis e anche delle ditte affidatarie, che stavano portando avanti i lavori di completamento. Da ieri in cassa integrazione i lavoratori edili del viadotto Himera, sulla Palermo-Catania; forni spenti nello stabilimento cementizio di Isola delle Femmina; e chiusa l’attività di cave in tutti i settori estrattivi, in particolare laterizi, funzionali ai cantieri al momento improduttivi.

“La maggior parte delle aziende chiede il pagamento da parte dell’Inps. Chiediamo e sollecitiamo pertanto il pagamento diretto della cig da parte dell’Istituto di previdenza – prosegue il segretario generale Fillea Cgil palermo Piero Ceraulo – Solo i grandi cantieri, una percentuale risibile del 10 per cento, potrà anticipare lae somme ai lavoratori. L’allarme è che molti lavoratori possono avere gravi problemi economici in un tempo breve e questo è un tema importante, da non sottovalutare”. E l’altra impennata di richieste è in arrivo per la cassa integrazione in deroga. “Tutto il sistema delle costruzioni e dell’edilizia palermitana è già in affanno perché oltre a questo stop erano già tante le opere che non partivano e i cantieri strategici in difficoltà economica in un settore che ha bisogno di un rilancio con l’apertura di nuovi cantieri, cosa che purtroppo verrà meno per il coronavirus – continua Piero Ceraulo – La Fillea Cgil rivolge un appello a tutte le istituzioni comunali e regionali affinché, una volta risolta l’epidemia, si intervenga per fare ripartire i cantieri. Se dopo aprile non saremo in grado di sostenere il rilancio reale del settore, il sistema costruzioni rischia il default. Per Palermo la ricetta è ripartire dal greenbuilding, dalla bio edilizia, dalla rigenerazione urbana, per riqualificare e riconvertire i centri abitati con una modalità di interventi che da tempo chiediamo e avviare il rilancio del settore attraverso risorse fresche e la spesa di quelle già stanziate per l’avvio di alcune opere strategiche”

 

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03 Aprile 2020, 10:51

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