La giunta ha i giorni contati | Rimpasto legato al congresso Pd

di

23 Gennaio 2014, 06:00

4 min di lettura

PALERMO – Mancano ancora le tessere decisive, ma il puzzle del rimpasto ha già cominciato a prendere forma. Di certo, per ora, c’è solo che la giunta Crocetta, per come oggi è composta, ha i giorni contati. L’idea di inserire nuovi innesti in squadra è stata ormai metabolizzata dal governatore, che, per sua stessa ammissione, ha già discusso del tema con i partiti e i movimenti “intermedi”, cioè i tre gruppi parlamentari a lui più vicini: Megafono, Drs e Articolo 4. Adesso, però, tutto ruota attorno al Pd. E al suo congresso.

La partita del rimpasto, infatti, si incrocia con quella per la successione a Giuseppe Lupo alla segreteria regionale dei democratici, che si deciderà ai gazebo il 16 febbraio. Il partito, che ieri si è riunito in una direzione molto “tecnica” in cui si è accuratamente evitato d palare di politica, per non destabilizzare ulteriormente la situazione, è in cerca di una soluzione unitaria. A vestire gli inconsueti per lui panni del pontiere è Davide Faraone. L’uomo forte di Renzi in Sicilia si è fatto carico di cercare una mediazione, che metta insieme segreteria e nuovi innesti in giunta, per accontentare tutte le correnti del partito. Faraone parla da giorni con tutti, dall’altroieri intensamente anche con Crocetta. Ma il puzzle è ancora tutto da definire. L’idea sarebbe quella di trovare una candidatura unitaria e quanto più condivisa. Ma il nome ancora non c’è. Si parla di Fabrizio Ferrandelli e Giuseppe Bruno, gia mattarelliano e lettiano e oggi renziano, che ieri si è visto in direzione con la pattuglia renziana capitanata da Faraone.

Ma l’impressione è che altri nomi siano per ora tenuti coperti per non bruciarli. Lupo è intenzionato a ricandidarsi, se non ci sarà un’ampia convergenza su un altro nome, e potrebbe rompere gli indugi tra oggi e domani. L’area ‘cuperliana’ è in movimento, e dovrebbe proporre una sua candidatura. La corrente guidata da Mirello Crisafulli ci sta lavorando, e anche quella di Cracolici potrebbe convergere. I nomi? Sono circolati quelli di Tonino Russo, Antonio Saitta e Mariella Maggio. E poi il giovane Peppe Provenzano, nome magari meno conosciuto all’esterno ma che gode di stima trasversale all’interno del partito, che potrebbe persino trovare appoggi dall’altra parte del partito. Tra oggi e domani verrà fuori quello definitivo. Faraone intanto lavora. L’idea di massima sarebbe quella di mettere tutti d’accordo, inserendo in giunta un neo-assessore per corrente. E cioè uno per l’area di Lupo (improbabile ormai che lo stesso segretario entri in giunta), uno per i renziani e uno per i “cuperliani” (anche qui, è tramontata l’ipotesi Cracolici).

Articoli Correlati

Ma i “piccoli” della maggioranza mettono le mani avanti. Il Pd deve tenere conto dell’equilibrio della coalizione, visto che già esprime il presidente della Regione. Insomma, non può fare il pieno di assessori, fanno capire gli altri azionisti della coalizione. Non sarà facile trovare l’equilibrio. Di mezzo c’è anche il problema Udc. I centristi, ormai con soli dieci deputati, sono secondo gli alleati sovradimensionati con tre assessori in giunta e il presidente dell’Ars. Sull’ingresso in giunta di big come D’Agostino e Pistorio non molti scommettono. Perché se, come sembra, i pezzi da novanta del Pd, cioè Lupo e Cracolici, non entreranno in giunta, è probabile che il profilo dei nuovi assessori rimanga vagamente “tecnico”, con nomi “d’area”. A meno che il Pd non opti per altri deputati, come Bruno Marziano o Mariella Maggio.

Quanto ai “piccoli”, è probabile che alla fine Megafono e Drs, per dare una mano a Crocetta, accettino di mantenere in una propria ideale quota, assessori già in carica vicini al governatore. Tra questi c’è Nelli Scilabra, che sembra destinata a restare a suo posto, così come Lucia Borsellino e Linda Vancheri. Più in bilico Mariarita Sgarlata e Michela Stancheris (salvo che quest’ultima non venga “adottata” da un partito minore). In uscita, sarebbero gli assessori del Pd Luca Bianchi e Nino Bartolotta, in bilico Mariella Lo Bello, che potrebbe restare, imputandola nel conteggio alla corrente di Crisafulli e Capodicasa che la scelsero. Nicolò Marino, che sembrava a rischio, nel totoassessori che circola in queste ore sembra invece avere qualche chance di restare. Quanto ad Articolo 4, se la scelta ricadrà su una giunta di profilo politico, con nomi “pesanti”, in pole position c’è il catanese, delfino di Lino Leanza, Luca Sammartino. Altrimenti si pescherà nella “società civile”. Nella complessa trattativa-puzzle rientrano anche i manager della Sanità, le cui nomine, ormai alle porte, potranno servire per garantire gli equilibri interni della coalizione. Come ai bei tempi, insomma.

 

Pubblicato il

23 Gennaio 2014, 06:00

Condividi sui social