25 Maggio 2010, 17:06
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Cari concittadini, per il rispetto e l´amore che vi porto, desidero fornirvi direttamente qualche chiarimento:
1) I dati pubblicati da “S” sono semplicemente falsi e, infatti, ho in corso un´azione risarcitoria. La mia pensione è di 6.200 euro, alta certo, ma non di undicimila euro e conseguita dopo 27 anni di contributi tutti come dirigente di vertice dell´Amministrazione regionale, della quale sono uno dei 110 dirigenti (su duemila) assunti per pubblico concorso;
2) La mia pensione annua e di 74.000,00 euro e non di 140.000. Anche al lordo sono, ahimè, ben al di sotto di tale valore. Ma l´obiettivo era diffamare chi dà fastidio, indebolire chi cerca di ripristinare la legalità nella gestione dei rifiuti;
3) Quando sono andato in pensione, il mio stipendio era prossimo a diecimila euro ed ero segretario generale della Regione. il massimo livello della carriera burocratica. Ho preferito il mio amatissimo padre e sono orgogliosissimo di averlo fatto;
4) Non è vero che la legge in questione sia della sola Regione siciliana. Il 20 maggio 2010, la Camera ha approvato una legge assolutamente uguale a quella regionale con unanimità di voti (potrete verificarlo nel sito di Maria Antonietta Coscioni).
5) Da quando faccio l´Assessore, non ho mai percepito un centesimo. Tutta la mia indennità (300.000,00 euro lordi annui, circa) l´ho devoluta in beneficenza. Mi considero una persona oltremodo fortunata e desidero sdebitarmi con la Divina Provvidenza. Sembra incredibile ma è così;
6) Malgrado faccia l´Assessore, continuo ad assistere mio padre gravemente ammalato e, ripeto, ne sono orgoglioso. Sapete, si tratta di un piccolo bambino di Butera che nel 1936, a 12 anni lasciò il suo paese e figlio di una famiglia poverissima, riuscì a diventare professore universitario. Pensate, la festa di laurea non se la potè permettere e il 2 dicembre 1948 – pieno inverno – si laureò con i sandali (non aveva i soldi per le scarpe). Il 2 dicembre 1998, 50 anni dopo, la festa di laurea, con tanto di confetti rossi e cappello verde gliela feci io, a sorpresa. E fu bellissimo. Tutto quello che sono riuscito a fare glielo devo.
7) Che io assista mio padre possono testimoniarlo i ragazzi della Polizia di Stato – sono diventati dei fratelli – che mi fanno da scorta. Grazie anche ad “S”, ed ai toni livorosi e pericolosi che ha suscitato, ma molto di più per il danno che ho fatto a certi “signori”, da sabato scorso la scorta è stata potenziata e mi hanno assegnato un´auto blindata. Oggi ho accompagnato mio figlio di 14 anni a scuola dentro l´auto blindata e mi veniva da piangere. Ma lui mi ha detto “Papà, non preoccuparti, sono fiero di te”. Si chiama Giuseppe, come mio padre: significherà qualcosa. Domani, insieme a sua sorella andrà a scuola senza auto blindata. La loro vita non deve essere rovinata. Mi aiuterete tutti voi a proteggerli.
Pier Carmelo Russo
Pubblicato il
25 Maggio 2010, 17:06