La loggia segreta del malaffare| Una macchina di clientele e favori

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21 Marzo 2019, 18:31

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“Un sistema di potere capace di condizionare la vita politica, ma anche di asservire ai propri interessi un ente come l’Inps”, sono dure le parole con cui il procuratore aggiunto di Trapani Maurizio Agnello descrive lo spaccato venuto fuori dal blitz che ha portato in carcere ventisette persone.

Giovanni Lo Sciuto, sulla base delle indagini dei carabinieri coordinati dal procuratore Alfredo Morvillo, aveva creato una loggia segreta in un terra dove la massoneria ha occupato da sempre posti chiave.

Molti degli indagati fanno parte della “Loggia Hypsas”. In questo caso, però, non si tratta semplicemente di massoneria, la cui esistenza non è di per sé un reato, né di attività lobbying, ma di un gruppo ristretto di potere “avente il carattere di segretezza, che manifesta il suo operato anche attraverso rapporti e pressioni occulti volti a realizzare ingerenze sulle decisioni della pubblica amministrazione”. Il perimetro è quello circoscritto dalla legge Anzelmi.

Dalle pressioni “sui componenti dell’Ars volti a garantire l’approvazione dei finanziamenti in favore di Paolo Genco (alla guida dell’Anfe, colosso della formazione professionale travolto dagli scandali)” alla “campagna denigratoria nei confronti di Bruno Marziano (ex assessore alla Formazione)” che si era opposto all’approvazione degli avvisi per l’erogazione dei contributi, dall’assegnazione di pensioni di invalidità a chi non ne aveva diritto “al rapporto con le forze dell’ordine il cui ufficio viene piegato a interessi meramente personali”, fino al controllo totale della vita politica del Comune di Castelvetrano dove l’ex sindaco Felice Errante si sarebbe prestato al gioco sporco.

Ecco come viene descritta l’ingerenza illecita nella vita amministrativa: “Lo Sciuto e i suoi sodali, dopo aver governato tramite il sindaco Errante e il vice sindaco Chiofalo dal 2012 al 2017, raggiungevano un accordo con l’ex rivale politico Luciano Perricone, finalizzato alla elezione del predetto alla carica di sindaco in occasione delle elezioni del 2017 (non tenutesi in considerazione del sopravvenuto commissariamento del Comune)”.

I membri della loggia segreta si riunivano in una pizzeria, la Miros di Castelvetrano, per passare dalle parole ai fatti. “Oggi io tramite il comune, sto facendo un sacco di cortesie – diceva Lo Sciuto – o direttamente o tramite Errante, o tramite Enzo Chiofalo o tramite quello, cioè io utilizzo il comune anche per gli amici miei che hanno bisogno, quindi per me alla fine, alla fine del percorso… se a Castelvetrano per dire avevo 2000 voti ne me trovo per dire 2.500 perché 500 li ho conquistati perché ho utilizzato il Comune di Castelvetrano.”.

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I favori erano la base per incrementare il consenso elettorale che nel 2017, però, non bastò a Lo Sciuto per essere rieletto all’Ars con il Nuovo Centrodestra. Nel frattempo avrebbe piazzato suoi uomini ovunque. I loro nomi vengono elencati nell’ordinanza di custodia cautelare. C’è il commissario straordinario dell’Ipab Infranca, Concetta Susanna Maltese, nominata nel 2016 dall’assessore regionale della famiglia Gianluca Miccichè. Maltese un anno prima era già entrata a far parte dell’ufficio di gabinetto dell’assessorato dei Beni culturali. “Abbiamo preso pure un esterno… ci ho messo a quella, a Cettina Maltese”, diceva Lo Sciuto. E Maltese, in cambio “cedeva di fatto a Lo Sciuto Giovanni la paternità delle linee guida dell’Ipab”.

“La ragnatela di potere intessuta da Lo Sciuto permetteva al potente ras di Castelvetrano di interferire in modo decisivo – dicono gli investigatori – anche sulla nomina del direttore del Parco archeologico di Castelvetrano … veniva scelto, in linea con la sponsorizzazione di Miceli (Nicola Miceli, della loggia Demetra 240), l’architetto marsalese Enrico Caruso”.

Nel 2015 Lo Sciuto aveva già inserito nella segreteria tecnica dell’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio il suo braccio destro ed ex consigliere comunale di Castelvetrano, Giuseppe Berlino. Una nomina, così viene descritta, per “attendere ai desiderata del deputato in tutta una serie di rapporti con dirigenti e funzionari dei vari assessorati regionali e disbrigare quelle pratiche amministrativeclientelari d’interesse del parlamentare”. “Tu ai beni culturali ci devi stare… non è che tu sei là per andare a lavorare, Peppe. Non è che tu ci sei andato per lavorare: ci sei andato per curare le nostre cose”, diceva Lo Sciuto a Berlino.

Una macchina di clientele e favoritismi. In una terra dove la disoccupazione offende la dignità della gente, il lavoro diventa la principale merce di scambio. Anche chi indossava una divisa si è piegato al volere di Lo Sciuto. Salvatore Passanante, poliziotto del commissariato di Trapani, e Salvatore Virgilio, in forza alla Dia di Trapani, avrebbero passato notizie riservate su indagini in corso ottenendo in cambio l’assunzione delle mogli all’Anfe di Genco. Un favore avrebbe ottenuto, sempre in cambio di notizie riservate, anche un terzo poliziotto, Salvatore Giacobbe: “L’accelerazione dell’esame della pratica di approvazione delle tabelle dietologiche, necessarie ai fini dell’accreditamento della Cooperativa Omega presso la Regione Siciliana quale centro di accoglienza di minori migranti”. Presidente e vice presidente del Cda dell coop erano ola moglie e il suocero di Giacobbe.

Ed è in un contesto di degrado sociale che affonda la storia delle truffe all’inps per ottenere pensioni e punteggi di invalidità gonfiati. Una settantina i casi su cui si indaga. E qui entra in gioco la figura dell’avvocato Vincenzo Salvo di Castelvetrano, già maestro venerabile della loggia Garibaldi, iscritto dal 2016 alla loggia Hypsas e membro del Circolo Sociologico Italiano. Le pratiche bocciate dall’Inps finivano sul tavolo di Salvo che ne curava i ricorsi. Ricorsi il cui esito veniva ribaltato grazie all’appoggio di Rosario Orlando, responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps.

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21 Marzo 2019, 18:31

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