La lunga guerra Regione-Anas | Incompiute, “rappezzi” e diffide

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18 Gennaio 2020, 14:40

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Il duro sfogo di Nello Musumeci contro l’Anas è solo l’ultima puntata di una telenovela che va avanti da un pezzo. Quella dei difficilissimi e sofferti rapporti tra la Regione siciliana e la società pubblica che gestisce buona parte della rete autostradale nell’Isola. “Non posso che ribadire, ancora una volta, l’assoluta inadeguatezza dell’Anas ad affrontare e risolvere problemi infrastrutturali provocati da almeno quarant’anni di mancata manutenzione – ha scritto il presidente della Regione -. È arrivato il momento che questa lunga stagione di colpevole incuria si chiuda per sempre”, criticando “la politica del “rappezzo””.

Marco Falcone

Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture, snocciola un po’ di numeri: “L’Anas ha 61 fronti aperti in Sicilia, tra deviazioni, cantieri aperti e abbandonati. Sulla A19 ci sono cinque deviazioni con cantieri aperti e abbandonati, come i viadotti Mulini, Giardinello, Rossi”. Il quaderno delle doglianze è lungo. E la Palermo-Catania è solo un pezzo della storia. Un pezzo certamente importante ed emblematico.

L’ultimo episodio è stato quello del caos che si è determinato lungo il percorso alternativo all’autostrada Palermo-Catania. Un tragitto obbligatorio per i mezzi pesanti, dopo che il viadotto Cannatello è stato considerato a rischio crollo. L’incidente occorso a un Tir ha scatenato ore da neurodeliri. L’Anas dal canto suo ha replicato a Musumeci rimacando che l’incidente è avvenuto su una provinciale e non sul tragitto alternativo suggerito dalla società. Ma l’elenco delle sofferenze è lungo. “Abbiamo problemi sulle gallerie, come una tra Enna e Caltanissetta, dove c’è un impalco da un anno e mezzo senza interventi – racconta Falcone -. Il viadotto Giardinello doveva essere fatto in 90 giorni, è abbandonato da otto mesi”. Pochi giorni fa l’assessore ha fatto un sopralluogo sul viadotto Himera, dove finalmente i lavori dovrebbero concludersi in primavera. E a proposito del calvario dell’A19, Falcone riferisce che la Regione ha rappresentato il suo disagio e disappunto all’ad di Anas, che si è impegnato a venire in Sicilia entro fine gennaio. Non solo: la Regione ha anche scritto alla società sollecitando l’avvio di lavori, una dozzina per circa 30 milioni, finanziati dal Patto per il Sud. È già partita la diffida che minaccia il ritiro della somma se proseguiranno i ritardi nell’avvio.

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Dal canto suo, la società statale in una nota ha rivendicato quanto realizzato in questi ultimi anni citando “un piano di manutenzione straordinaria dell’A19 articolato e completo che prevede investimenti pari a 850 milioni di euro lungo tutta l’arteria, in parte già eseguiti, e più in generale, un piano di manutenzione programmata di tutta la rete stradale siciliana per il quale – ricorda Anas – sono previsti 1,1 miliardi di euro, dei quali circa 180 milioni in interventi già attivi e 600 milioni per interventi di prossima attivazione”.

E dire che il governo regionale aveva pensato a un matrimonio tra Cas e Anas nel futuro del Consorzio autostrade siciliane. Un’ipotesi accantonata alla luce del turbolento rapporto di questi mesi con la società dello Stato. I sindacati incalzano perché si agisca senza balletti: “Anas, Cas? Governo nazionale, governo regionale? Non ci interessano le diatribe né i ping pong di responsabilità né gli annunci roboanti di piani speciali per la Sicilia con effetti sempre di là da venire”. Così la Cisl siciliana in un documento che interviene sulla querelle. La Cisl ricorda di aver lanciato sul proprio sito, CislSicilia.it, un provocatorio contatore del tempo trascorso dal crollo del viadotto Himera sull’A19 («quasi 5 anni ad oggi da quel 10 aprile 2015, 1742 giorni. Ma quella strozzatura è ancora lì. Ben altra sorte è toccata alla ricostruzione del ponte Morandi, a Genova»).

Intanto, per mercoledì è prevista una seduta della quarta commissione dell’Ars presieduta da Giusi Savarino a cui dovrebbero prendere parte il vice ministro Giancarlo Cancelleri, l’assessore Falcone, il direttore regionale di Anas Mele, il comitato dei creditori della CmC, i sindacati Cgil, Cisl e Uil e i sindaci dei Comuni “colpiti” dai lavori sulla statale 121.

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18 Gennaio 2020, 14:40

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