La mafia del calcio balilla| Le monetine per i carcerati

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06 Aprile 2019, 18:55

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PALERMO – Umberto si era permesso di spostare il calcio balilla. Qualcuno lo fece notare a Luigi Marino che oltre a piazzare colla attak nei cantieri e intimidire gli imprenditori si dovette occupare pure del bigliardino. Alla mafia di oggi servono pure le monetine per aiutare le famiglie dei detenuti.

Così parlava Marino: “… io posso capire il biliardo là, no?… ma là e vero e verità ora stiamo esagerando, no?… ora stiamo esagerando… perché già sono mutriati che il biliardo si mette là e non si mette più là, figurati là che non ci appartiene a nessuno… e allora i cristiani non giocano giusto… i soldi di lì dove li dobbiamo raccogliere per i carcerati… è vero e verità… così esageriamo proprio”.

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Il calcio balilla era stato spostato da sotto un tendone, posizione ritenuta più comoda per i ragazzi, più vicino alla strada: “Lo avete messo là, non ci gioca nessuno ascolta… per come è messo là vedi che non ci gioca nessuno Umbè… non ci gioca nessuno”.

Marino è in carcere dallo scorso dicembre. È accusato di esser affiliato al mandamento di Porta Nuova. Per conto dei boss era andato a chiedere la messa a posto a un costruttore, Giuseppe Piraino. Il linguaggio è quello di sempre: “Lei non lo sa come ci si comporta?… quando si va a casa degli ospiti, si bussa… lei sa cosa voglio… un aiuto per noi”. La reazione fu inattesa: l’imprenditore, che era già stato avvicinato, registrò la scena con il telefonino. Arrivò allo scontro con l’esattore e, una volta che questi era andato via, portò il video in caserma dai carabinieri.

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06 Aprile 2019, 18:55

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