La morte di Vito e il ‘tradimento’ | Il dolore infinito di Rosaria

di

19 Febbraio 2020, 12:18

1 min di lettura

Siamo grati a Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, eroe morto con altri eroi a Capaci, perché il suo grido alla fine di una indimenticabile cerimonia funebre segnò la strada della rinascita nella notte delle stragi. Quel: “Io vi perdono, ma vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare”, rivolto ai carnefici era l’urlo dell’onestà e dell’amore che non sanno scendere a compromessi. E tutti, idealmente, lo sentirono come un approdo necessario di umanità nella tempesta. Così, una terra piegata alzò la testa contro la mafia, ammirata per il coraggio di chi aveva perso tutto e non si rassegnava.

Adesso, Rosaria, dopo il coinvolgimento del fratello, nell’ultimo blitz di mafia, ha confessato a ‘Repubblica’ e al ‘Corriere’ il suo tormento, in drammatici colloqui riportati dall’Ansa: “È come se fosse morto ieri purtroppo. Sono devastata. Mi hanno voluto colpire al cuore per quelle parole che ho detto. La mafia non mi fermerà, continuerò il mio impegno. Se le accuse saranno provate, dovranno buttare le chiavi della cella. La legge è uguale per tutti. Mi dissocio da tutti, da mio fratello e da questi mafiosi che avvelenano il mondo. Mi telefonano tanti adesso, dicendo che mi sono vicini. Ma non sono vicina io a quest’uomo che il destino mi ha assegnato come una croce, adesso sono pronta a ripudiarlo”.

Articoli Correlati

Una invettiva, a margine delle accuse rivolte a Giuseppe Costa che avrebbe raccolto i soldi del pizzo e gestito la cassa della famiglia dell’Arenella: tra i suoi compiti ci sarebbe stata anche l’assistenza ai parenti dei carcerati.

Prima, il marito, ucciso perché stava dalla parte dei buoni. Ora, il fratello, travolto dai capi d’imputazione di un’inchiesta che lo inscrive tra i cattivi. In mezzo, Rosaria, col suo cuore dentro la morsa di un dolore infinito. Quanto è stata crudele con lei Palermo.

Pubblicato il

19 Febbraio 2020, 12:18

Condividi sui social