03 Luglio 2013, 17:35
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PALERMO – Dalle parole ai fatti. La ‘guerra della movida’ si trasferisce sul piano legale e dopo l’ordinanza dell’amministrazione Orlando, che ha imposto una stretta sulla vita notturna, arriva il ricorso al Tar da parte degli esercenti. I gestori dei locali passano anche al contrattacco, chiedendo il risarcimento per i mancati introiti di questi giorni che, a loro dire, sarebbero figli delle scelte del Comune. I commercianti, assistiti dall’avvocato Giovanni Puntarello, hanno quindi spinto sul piede dell’acceleratore, visto che il calendario estivo del tribunale rischiava di far slittare il tutto a settembre, quando il ricorso sarebbe diventato praticamente ininfluente.
La parola passa dunque ai giudici amministrativi, che si analizzeranno il caso il 23 o il 24 luglio. La richiesta dei commercianti punta a dimostrare l’illegittimità del provvedimento per tre motivi: mancherebbe il carattere dell’urgenza e del pericolo per l’incolumità della cittadinanza, che sono presupposti principali per un’ordinanza sindacale; manca, inoltre, la distinzione della città in diverse zone acustiche (la cosiddetta ‘zonizzazione’). Il terzo pilastro su cui si fonda la richiesta di sospensiva riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Su questo punto i gestori dei pub lanciano un preciso atto d’accusa contro Palazzo delle Aquile e sostengono di subire “gli effetti di una presunta emergenza, dovuta in realtà unicamente all’inefficienza dell’amministrazione nel fare fronte ai propri compiti istituzionali”.
A niente sono valse, dunque, le febbrili trattative di queste ore con l’amministrazione, condotte in prima persona dal sindaco Leoluca Orlando e dall’assessore alle Attività Produttive Marco Di Marco, che avevano avanzato una proposta di compromesso rifiutata dai gestori. Di Marco, contattato telefonicamente da Live Sicilia, si dice “sorpreso. Avevamo avanzato la nostra controproposta agli esercenti e attendevamo una risposta – spiega –. Se hanno deciso di strumentalizzare la vicenda e radicalizzare il problema, non so che dire. Noi riteniamo che va salvaguardato il diritto al riposo di tutti i cittadini. Se arrivasse una sospensiva? Non mi pronuncio”.
COSA PREVEDE L’ORDINANZA. Dall’1 giugno la disposizione impone in tutti i locali, stabilimenti balneari e associazioni culturali lo stop alla musica entro le 24 nei giorni feriali e festivi ed entro l’una del mattino nei giorni di venerdì, sabato e prefestivi. E’ stato introdotto inoltre un limite al volume della musica negli spazi esterni, che non deve superare i 70 decibel fino alle 22 e i 60 dopo quell’ora. I titolari devono dotare i loro impianti sonori dei limitatori fonici previsti dalla legge. Dalle 24 alle sette del mattino è vietata la vendita di bevande da asporto in contenitori di vetro o in lattina. Per i trasgressori sanzioni dai 250 ai 500 euro e sequestro per cinque giorni delle apparecchiature musicali non a norma, ma senza chiusura del locale.
La scorsa settimana gli esercenti avevano depositato presso l’assessorato alle Attività Produttive una sorta di ‘contrordinanza’, che prevedeva l’aumento di venti decibel del limite per la musica, l’annullamento dei limiti orari per la filodiffusione, l’estensione di mezzora dell’orario per la musica dal vivo, e l’avvio della zonizzazione acustica. Su quest’ultima, trattandosi di materia urbanistica, sta lavorando l’assessore alla Mobilità Tullio Giuffrè. Il provvedimento dovrebbe essere pronto entro questa settimana.
Ebbene, l’amministrazione si era detta disponibile ad accogliere le richieste riguardanti la filodiffusione e il prolungamento dell’orario e a concordare con i ristoratori un metodo comune per la raccolta differenziata. Contrari ad ogni concessione, invece, si sono mostrati fin dal principio i comitati dei residenti del centro storico e delle borgate marinare, che hanno insistito con il Comune affinché perseguisse la linea dura. Di conseguenza ogni tentativo di mediazione si è risolto in un nulla di fatto.
Si alza dunque il livello dello scontro fra esercenti e amministrazione, proprio mentre quest’ultima si prepara a varare il regolamento generale sulla movida, una disciplina urbanistica richiesta dall’Unione Europea che impone stringenti requisiti acustici per le zone naturalistiche (come l’Addaura), archeologiche e monumentali. Nel primo mese di ordinanza la maggior parte dei locali è risultata in regola. Secondo i dati di Palazzo delle Aquile, su 158 esercizi commerciali controllati ne sono stati sanzionati 23 e sono stati sequestrati 5 impianti audio.
Nel tardo pomeriggio dai gestori è arrivata dichiarazione ufficiale: “Un nutrito numero di esercenti e cittadini, fermamente convinti di essere stati vessati e danneggiati in merito alla regolamentazione della cosiddetta movida, hanno deciso di ricorrere al Tar per far valere i propri diritti. Dopo aver depositato e protocollato presso lo Suap alcune proposte adeguate a tutela dei cittadini, nonché dei propri legittimi interessi a esercitare l’attività, ricevendo in cambio una sterile ‘aggiustatina del tiro’ da parte dell’assessore Di Marco, si comunica che gli stessi si costituiscono in associazione a tutela non solo dei propri diritti ma anche di quelli dell’intera cittadinanza dall’inadeguatezza dell’amministrazione su più fronti. La costituenda associazione nomina come suo unico portavoce il dottor Antonio Ferrante”.
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03 Luglio 2013, 17:35